GRIDO DI LIBERTÀ di Anastasia Quattrocchi

Sono il brutto anatroccolo della società:

suono, canto, scrivo,

le mie parole fanno eco nell’immensità.

Mi guardo allo specchio-

ci sono io in cima a una montagna;

urlo in silenzio uno sguardo bambino.

Vedo sogni e sostanza

avvolti da un freddo maglione di lana

in un caldo inverno infinito,

acceso e spento a piacimento

per un mondo migliore.

Guardo nuovamente lo specchio,

non mi vedo.

C’è un fantasma davanti a me,

una persona deceduta.

Ride e poi piange,

sorride e rimpiange-

infrange l’ombra della realtà.

Mi parla…

Sussurra qualcosa

ma io non riesco a sentirla…

Leggo le sue labbra:

“I morti non possono parlare

perché, nella Terra dei vivi,

l’Anima non ha forma”.

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