IL LIBRO CHE INSEGNA AD ESSERE FELICI

Giulia, allevata da una nonna attenta e amorosa, non ha conosciuto i suoi genitori. Oggi ha diciassette anni ed è ansiosa di partecipare da protagonista nel mondo degli adulti. Un mondo che, da quello che le è stato dato di comprendere, non sembra essere un posto giusto. Il suo, invece, è un mondo fantastico dove tutti i viventi, umani e no, godono di felicità ed empatia. E non si limita a raccontarcelo, poiché ci insegna anche come arrivarci.     

Complici gli impegni giornalistici devo confessare che negli ultimi anni ho un po’ trascurato la narrativa privilegiando la saggistica.

Anche se la narrativa, soprattutto i racconti, non li ho mai abbandonati del tutto e talvolta mi capita di rituffarmi nella lettura rileggendo storie “un po’ datate” ma che hanno caratterizzato la mia giovinezza perché legati a luoghi a me cari. Mi riferisco in modo particolare ai “Racconti del maresciallo” di Mario Soldati e ai racconti dell’ortese di adozione Giovanni Ragazzoni.

Mi ha quindi fatto enormemente piacere scoprire i racconti “fantasy” che Maria Teresa Necchi, insegnante di tedesco alle scuole superiori ma con un’innata passione per la scrittura, per i viaggi in terre lontane e immacolate, sempre alla ricerca di nuovi siti da visitare privilegiando quelli immersi nella natura più autentica, ha raccolto nel volumetto “Il mondo di Giulia” dopo che alcuni di essi erano già stati presentati in occasione di altrettanto importanti eventi letterari come il recente 36° Salone Internazionale del Libro di Torino.

Alcuni di questi racconti avevo già avuto modo di leggerli su internet, anche se, devo ammettere, li ho apprezzati ancora di più sfogliando, quando ne ho avuto l’opportunità e il privilegio, la versione cartacea. Perché un libro, qualunque esso sia, dopo averlo letto e riposto negli scaffali della libreria di casa, talvolta, e a me è capitato spesso, puoi riprenderlo in mano quando vuoi per rileggerlo tante altre volte. E farlo magari con un po’ di “magone” vedendo attraverso le pagine ingiallite il tempo che passa, anzi che vola.

“Nostalgia, nostalgia canaglia, di una strada, di un amico, di un bar, di un paese che sogna e che sbaglia…” era il ritornello di una canzone che aveva spopolato nella hit parade negli anni ’80 del secolo che ci siamo lasciati alle spalle.

Ecco! Leggendo i racconti di Maria Teresa Necchi la nostalgia spesso prende il sopravvento.

L’autrice attraverso gli occhi di Giulia che con i suoi splendidi diciassette anni “è ansiosa di partecipare da protagonista nel mondo degli adulti” ci porta a conoscere un mondo differente da quello che nella realtà la giovane si troverà ad affrontare.

Il mondo in cui Giulia immagina di vivere è un mondo diverso, sicuramente fantasioso, dove tutti, esseri viventi e personaggi immaginari convivono tra loro in pace, serenità, lontani anni luce dal nostro vivere quotidiano dove a prevalere sono l’odio, la violenza, le guerre, i dissapori che avvelenano la nostra quotidiana esistenza.

Giulia ci accompagna in questo viaggio attraverso racconti che ci invitano a riscoprire un nuovo “fantastico” mondo senza però cancellare completamente quello che ci siamo lasciati alle spalle, mantenendo del passato solo gli aspetti positivi, le buone tradizioni, gli usi e i costumi di una volta, l’amore per la natura che ci circonda.

Qualcuno potrebbe eccepire che sono racconti “fuori dalla realtà”. Assolutamente no. Sono racconti che ci invitano a scoprire una realtà nuova, fatta di ambienti, personaggi immaginari ma anche di persone “reali” che fortunatamente esistono ancora. Personalmente sono stato colpito da “Luce” che l’autrice definisce “un’anima bella… che brilla di un’incandescenza propria”.

“Luce” ha commentato una lettrice sul web “trasmette una sensibilità e una delicatezza che cura i cuori in un’epoca dove si corre sempre e non si trova il tempo per nutrire i rapporti con chi si incontra”.

Nulla di più veritiero.

“Il mondo di Giulia” è un volumetto piacevole da sfogliare che ci invita anche a fermarci un attimo a pensare, a meditare, magari anche a fantasticare e a sognare, a ritornare per qualche istante bambini e magari, se non fosse troppo tardi, anche… a cambiare rotta. 

                                                          

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