ASPETTANDO LA PIOGGIA di Anna Simonich (Commedia -Atto I)

Marcella -Sei già sveglio? Ma che fai lavori anche di domenica?

Antonio -Stavo riguardando alcune pratiche ma poi, sono passato alle notizie sul web.

Marcella -Ancora quella nube nera, ma quando se ne va via? Sono stanca di questa clausura forzata.

Antonio -Mi sa che ne avremo ancora per un po’, se non arriva un vento nuovo od una pioggia torrenziale questa ci resta sopra le teste.

Marcella -Ma possibile che il sindaco, il governo non facciano niente, che si stanno a fare al potere.

Antonio -Avrebbero dovuto farlo prima che esplodesse l’azienda chimica, dovevano verificare i sistemi di sicurezza della fabbrica. Ormai la tragedia è avvenuta, la nube nera come la fermi ora?

Marcella -Prendere degli aerei e bombardare la nube con prodotti chimici che la neutralizzi.

Antonio -Ma che idea abbiamo nell’aria un’imprecisata quantità di sostanze tossiche e vorresti aggiungerne delle altre? Dobbiamo solo aspettare che passi. Ma poi con questo cielo oscuro non decollano nemmeno gli aerei, troppo rischioso.

Marcella -Perché per noi cittadini non è troppo rischioso vivere barricati in casa? Pensa che i nostri coinquilini qua al piano hanno coperto le finestre con sacchi di sabbia. Nemmeno fossero patiti di Lucio   Dalla!

Antonio -Sono persone prudenti, o forse è un modo per non vedere quell’orrore. È angosciante assistere a questa disgrazia.

Marcella -Adesso non esagerare a chiamarla disgrazia, chiamiamola noia, tutti allarmati poi finirà nel solito ridicolo allarmismo. Un po’ come per il covid, tutti blindati in casa, poi se n’è andato.

Antonio -Ma che dici, ci sono stati migliaia di morti nella prime ondate, non capisco come tu ti sia già dimenticata. Era un virus nuovo e nessuno all’inizio sapeva come curarlo. Anche per questa nube, non ci hanno detto come sia composta, o forse non voglio farcelo sapere, ci nascondono la realtà. Cosa ne sappiamo? Quando ero bambino a Seveso c’è stata la disgrazia della diossina, ma la notizia è apparsa subito chiara nell’informazione, ma oggi mistero. Negano che sia pericolosa, ma ci obbligano a stare in casa.

Marcella -Non fare il tragico se questa ondata nera, vedi che dici pure tu che non è pericolosa.

Antonio -Però nell’esplosione sono morte 20 persone e due vigili giunti in soccorso, proprio innocua non mi sembra.

Marcella -Magari sono morte per altre patologie, per lo spavento, magari quell’islamico morto ha messo una bomba per fare un attentato e ci sono state tutte quelle vittime per un pazzo.

Antonio -Ma che stai a dire? Non c’è stata nessuna bomba, i proprietari avevano dato ordine di disattivare i sistemi di sicurezza, per accelerare la produzione, poi evidentemente un errore umano o la macchina guasta hanno fatto il resto. Ma da dove ti vengono queste idee?

Marcella -Ho visto un’intervista dell’impresario.

Antonio -Parente di quel famoso politico?

Marcella -Quale? Ma poi cosa vuol dire?

Antonio -Ma si lo sai quello noto, invischiato in faccende di cocaina, pensi che questo imprenditore verrà mai processato o condannato? Non facciamo gli ingenui. Loro sono intoccabili quanto questa nube nera.

Marcella -Non mi sembrava così disdicevole questa persona, ha dato la colpa ai sindacati, che non gli hanno dato il permesso di poter licenziare gli incapaci. Che il tutto è successo per errore umano.

Antonio -Che vigliaccheria, dare la colpa a dei morti che non possono replicare, poi è stato lui a dare ordine di togliere i dispositivi di sicurezza, per me questo gesto è semplicemente criminale. Poi dei 20 morti, solo tre erano a tempo indeterminato ed avevano esperienza delle macchine, gli altri erano ragazzi assunti da pochi mesi.

Marcella -Lo vedi che aveva ragione, erano degli incapaci.

Antonio -Probabilmente sì, ma non perché il sindacato avesse impedito il licenziamento, bastava non venisse rinnovato il contratto, ma perché le persone a tempo determinato lavorano di più nella speranza di un contratto definitivo. Oggi le imprese assumono i giovani solo con contratti tempo determinato, per sfruttarli di più, poi finito il tempo massimo, lasciano a casa la gente, per assumerne di nuovi. Questo significa che quando iniziano ad avere esperienza è già tempo di essere lasciati a casa.

Marcella -Ma sei diventato Comunista?

Antonio -Ma no lo sai che io faccio il consulente aziendale, lo sento come ragiona la maggior parte degli imprenditori. Io parlo di innovazione, di Informatizzazione e loro pensano solo a come lasciare a casa gente che lavora, ai sindacati come demonio mondiale, quando ormai non hanno più alcun ruolo sociale.

Marcella -Ma che dici i sindacalisti sono ancora tutti bolscevichi.

Antonio ride di gusto -Ma non vedi che i sindacalisti pensano solo ai congressi nazionali nei più begli hotel d’Italia nelle località turistiche più Inn, poi non li vedi quando qualche grossa azienda chiude, non ne vedi nemmeno l’ombra. Ormai le proteste degli operai sono manifestazioni auto organizzate dai licenziati. Poi il comunismo è morto con la caduta del Muro di Berlino, ma lì vedi per strada salutare con il pugno chiuso?

Marcella -Veramente no, ma non vuol dire che non si siano modernizzati.

Antonio -Perché secondo te chi crede ancora nelle dittature del secolo scorso si possa modernizzare? Ridicolo.

Marcella -Eppure i nostalgici ci sono ancora credimi.

Antonio -Sai quando sono andato in Francia per quel contratto importante.

Marcella -Cosa c’entra ora la Francia.

Antonio -Mi sono fatto un’idea di quale sia la differenza tra Italiani e francesi, noi siamo nostalgici del passato, nel presente ci arrangiamo, del futuro ce ne freghiamo. I transalpini usano il passato per magnificamente la Grandeur della Francia, si godono il presente ma progettano il futuro.

Marcella – Ma allora vedi che dici che gli italiani sono nostalgici.

Antonio -Nostalgici sì ma non del comunismo che non hanno mai sperimentato, bensì del fascismo.

Marcella -Non dire stupidate. Poi Mussolini ha fatto anche cose buone.

Antonio -Lasciamo stare, non voglio commentare e rovinarmi la domenica, dico che questa nube nera ti ha offuscato un po’ la mente.

Marcella -Offendi?  guarda che sono più che lucida. Mentre tu.

Antonio -Almeno io non parlo per frasi fatte. Comunque, resto sempre ad analizzare le questioni politiche e non senza farmi influenzare da propagande varie.

Marcella -Non dare la colpa alla nube, tu disprezzi quello a cui penso, mi ritieni un’idiota.

Antonio -Non dire stupidaggini, mi sorprende il tuo cambiamento, non eri così.

Marcella -La penso esattamente come le mie amiche, la gente oggi pensa esattamente come me. Sei tu che sei arretrato con le idee.

Antonio -Ecco adesso capisco, oggi è di moda comportarsi e pensare in un modo, è Inn, allora tutti devono attenersi a questa, senza nemmeno avere un minimo di critica. Poi tu sei la regina del fathion, non fai nulla e non pensi a nulla che non sia di tendenza, senza mai osservare se sia buono o cattivo.

Marcella -Mi dai dell’oca giuliva?

Antonio -No sei una snob, che si adegua a gente come te, anzi ne vuoi essere la leader, vuoi essere la prima della classe. In un certo senso sei una conformista elitaria. Hai il tipico male degli italiani, ma solo fatto con eleganza per stare nell’alta società.

Cristian -Ma la nube è ancora qua? Il web diceva che si sarebbe dissolta in 14 massimo 24 ore.

Antonio -Non si sa forse è più grave di altre precedenti.

Cristian -Avevo invitato i miei amici per stare in piscina sulla terrazza e prendere il sole.

Antonio -Francamente lo trovo impossibile, l’acqua sarà completamente inquinata, non mi sembra il caso, poi di sole non se ne vede nemmeno l’ombra.

Cristian -Ma se la nube se ne andasse, si cambia l’acqua.

Antonio -Quale acqua? Hanno chiuso l’acquedotto per non far circolare acqua inquinata. Poi le polveri sottili potrebbero essere ovunque per terra e sulla terrazza.

Cristian -Come sarebbe non c’è acqua nei rubinetti? E per lavarsi, la doccia, nemmeno quella?

Antonio -Ci laveremo i denti con la minerale, poi dovremo fare dei sacrifici.

Cristian -Assurdo siamo imprigionati in casa, senza nemmeno acqua, un servizio primario. E con gli amici cosa faccio? Posso almeno invitarli a giocare con la console?

Antonio -Ma credi che i genitori li lasceranno uscire liberi con questa nube, lo sai che si può uscire solo per necessità, con tute di protezione, mascherine, guanti, non si deve lasciare scoperta nessuna parte del corpo.

Cristian -Ma assurdo non è mica una guerra batteriologica, non siamo in un film di fantapolitica americano. Io vado comunque dai miei amici nel pomeriggio.

Antonio -Non se ne parla nemmeno, non vorrai finire ustionato dalla nube e finire in ospedale? Non puoi giocare con gli amici via web? Poi non vorrei dire, ma studiare qualche ora?

Cristian -Uffa il solito genitore pedante, per fortuna che spesso sei via per lavoro, altrimenti …

Antonio -Il mio lavoro non ti dà noia, quando sei in piscina, se facessi l’operaio ti toccherebbe una casa popolare, non questo attico. Poi si tratta di usare la testa, le autorità raccomandano di non muoversi di casa, di tenere tutte le finestre chiuse, di non usare l’aria condizionata, sono molto ferree le regole.

Cristian -Ma chi se ne frega delle regole, voi adulti pensate solo a quelle, non vi godete nemmeno la vita, siete solo noiosi e pesanti.

Antonio -Le regole servono anche per non rischiare inutilmente la vita, se vuoi uscire, vai, però in ospedale io e tua madre non ci veniamo, ti arrangi.

Cristian -Uffa perché la devi mettere pure sul tragico, cosa vuoi che succeda?

Antonio -Guarda sul web, vieni qua. “Ospedali presi d’assalto da ustionati dalla nube” altro articolo “Ustioni da acidi della nube, colpiti gli sprovveduti” oppure “Nube sottovalutata già migliaia di persone assaltano i pronti soccorsi” vuoi che continui?

Cristian -Ma tu stai ad ascoltare tutta la propaganda dei giornali che pensano solo a toglierti la libertà, ai reazionari che ti impongono la prigionia?

Antonio -Ma quanto sei immaturo, cosa credi che i potentati della terra abbiano fatto esplodere una fabbrica proprio qui per sprigionare una nube nera, tossica per toglierci la libertà? È stato un incidente, dobbiamo sopportarla, poi torneremo come prima, magari più attenti che non si ripeta.

Cristian -Mi basta che se ne vada via il prima possibile, non la sopporto, rivoglio la mia vita, ho diritto di divertirmi alla mia età. Va bene per oggi sto a casa, con gli amici mi adatterò.

Antonio -Nei prossimi giorni la scuola la farete in Dad, hanno detto che gli studenti non devono muoversi da casa, quindi studia, la scuola non è sospesa.

Cristian -Anche questo, che noia come per il covid. Sentire il professore che parla e non vedere nemmeno i compagni di classe.

Antonio -Nelle emergenze è quello che si può fare.

Cristian -Sai che forse tu lo dicevi ridendo, ma chi ti dice che non sia stato veramente qualcuno che ha organizzato l’esplosione della fabbrica per toglierci le libertà? Nessuno può uscire, nessuno può manifestare in piazza un qualsiasi dissenso. Manca l’acqua… magari fra qualche giorno pure gas e luce.

Antonio -Non esageriamo, ma chi avrebbe interesse a fare tutto questo?

Cristian -Qualcuno assetato di potere, che vuole essere un dittatore per esempio.

Antonio -Uno squilibrato?

Cristian -Si un potenziale dittatore a livello mondiale.

Antonio -Non ti sembra un po’ fantascientifico? Per combinazione non siamo in un tuo videogioco. Poi questa esplosione, per fortuna o sfortuna è successa solo nella nostra città, non in tutta Italia, non in tutta Europa o nel mondo. Il complotto si ferma qui.

Cristian -Ma se la nube anziché sparire si espandesse a tutta l’Italia ci crederesti?

Antonio -Sarebbe una disgrazia, ma non ritengo sia possibile, destino improbabile.

Cristian -Speriamo che sia così, però il fatto che non si dissolva non ti sembra un po’ strano.

Antonio -Non sono un chimico, non potrei giudicare il perché rimanga. Forse nella pianura Padana non ci sono venti che la spazzino via, forse il caldo torrido degli scorsi giorni ha impedito i temporali, vallo a sapere.

Cristian -Va beh, vado a sentire i miei amici, come organizzarci per il pomeriggio, ops non esco te lo prometto. Prima ero un po’ arrabbiato, non con te, ma per la situazione assurda di quel mostro nero. Chissà magari qualcuno ne approfitterà per fare un nuovo videogioco.

Antonio -Potresti essere tu quel qualcuno, se studiassi per diventare programmatore di giochi, potresti divertirti con il tuo lavoro.

Cristian -Non sarebbe una cattiva idea, giocare e guadagnare mi sembra una bella prospettiva. Il problema è studiare prima.

Antonio -Un qualche sforzo nella vita lo devi fare, altrimenti non vai da nessuna parte.

Cristian -Ma nemmeno con la nube.

Antonio -Diventa ogni giorno più difficile oggi fare un genitore. Con Cristian poi, un ragazzo così immaturo, che pensa solo agli amici, che non vuole studiare. Ritiene l’istruzione e la cultura un fardello solo per vecchi. Che rifiuta ogni spunto per apprendere, per informarsi per ampliare la visione del mondo. Mai riuscito a portarlo ad una qualsiasi mostra d’arte o a vedere un bel film su cui meditare, mai un viaggio in qualche città d’arte. Per lui sono solo noioso, antiquato, io mi do le colpe di non essergli stato vicino da piccolo, di non averlo abbastanza seguito nell’impostazione mentale. Ma come facevo, il lavoro mi ha rubato il tempo e questo ha rubato pure me, la mia vita, quella della mia famiglia. Adesso è troppo tardi per fare il padre, adesso non mi ascolta più, ascolta gli amici che sono identici a lui, che scherniscono chi invece vuole qualcosa di speciale per il proprio futuro come Chiara. Sì, ho due figli diametralmente diversi, uno che odia lo studio, che ripete gli anni, che detesta qualsiasi cosa che assomigli alla cultura ed una figlia diligente, puntuale, interessata a tutto, impegnata anche nelle problematiche sociali, ecologiche. A volte sono io che con lei faccio la figura dell’ignorante, mi sorprende spesso a parlare di argomenti che io ignoro persino.

Lei è già una donna, matura, piena di vita, proiettata nel futuro, lui è apatico, pensa solo a divertirsi nell’oggi.

Forse ognuno di loro ha preso da noi genitori, Chiara assomiglia più a me, mentre Cristian alla madre. Marcella pur avendo dei buoni studi, non ha mai lavorato, all’inizio per me la sua scelta è sembrata ottimale, una casalinga è più vicina ai figli, alla casa alla famiglia tradizionale. Ma poi le cose non sono andate proprio come mi aspettavo, io ho dovuto lavorare il doppio e lei comunque era sempre fuori casa con le amiche, soprattutto quando Cristian era piccolo. Lei era quella che si divertiva, io quello che lavorava. Alla fine, i figli sono cresciuti comunque senza genitori affianco ed hanno preso una loro strada, evidentemente diversa.

In questa analisi della mia vita, mi rendo conto di quanto siamo diversi io e Marcella, forse questa convivenza forzata in casa a causa della nube, fa emergere di più il nostro modo di vivere e di come nel tempo i nostri caratteri siano cambiati.

Lei è ambiziosa, ha voluto questo immenso attico con piscina, a suo tempo costato una fortuna, con un mutuo fuori dalla portata che mi ha costretto ad aumentare il ritmo del lavoro. Questo attico che è il vanto principale nei confronti delle amiche, unico scopo della sua vita è vederle umiliate, nel mostrare loro la sua superiorità, non solo economica, ma anche a quanto pare nelle idee. Essere più radicale anche nella politica o nell’indossare abiti firmati e costosi, essere in sostanza prima in tutto.

Mi sto chiedendo cosa sto condividendo con lei? Esistono ancora sentimenti fra noi? Di cero non la stimo più per come si atteggia, forse incomincio pure a detestarla e questo mi preoccupa, questo significa che da parte mia, non l’amo più, diversamente accetterei tutti i suoi difetti anche il suo essere snob. Ma da parte sua esisteranno ancora sentimenti o le servo solo per fare la bella vita e mi sopporta? Se decidessi di separarmi che ne sarà dei ragazzi? Chiara è maggiorenne e può scegliere, ma Cristian no, resterebbe in casa con una madre mai presente, abbandonato al suo destino apatico.

Mi farebbe sentire ancora più colpevole di quanto non mi senta già.

Chissà forse nemmeno i figli mi perdonerebbero un gesto simile, darebbero tutte le colpe a me di un matrimonio che forse non esiste più da anni. Forse solo di facciata, per ben apparire a parenti ed amici. Che poi in fin dei conti mia sorella è divorziata e risposata, ma pure i miei cognati hanno famiglie allargate. Nel parentado siamo rimasti praticamente solo noi sposati.

Volendo essere moderni, come vorrebbe Cristian, sono ormai poche le famiglie non divorziate.

Non credo che per Marcella possa essere facile accettare la separazione, un motivo da nascondere alle amiche, lei che fallisce un matrimonio, penso sia insopportabile. Ma mi chiedo cosa potrebbero pensare i figli, quelli mi importano seriamente. Non saranno felici, questo è ovvio, mi daranno le colpe di tutto, la loro madre appare perfetta, io invece un padre distratto, assente nell’infanzia e nell’adolescenza.

Non hanno avuto nemmeno il supporto dei nonni, i miei genitori sono stati banditi da Marcella, perché troppo plebei. Anche questo mi fece molto male all’inizio, ma per il quieto vivere, ho accettato di relegarli in una posizione marginale della famiglia, giusto gli auguri di rito nelle festività, ma nessuna frequentazione con i nipoti. Mio padre praticamente non ha quasi mai visto Cristian prima di morire e mia madre aspetta ancora di conoscerli. Mai una vacanza assieme, mai una domenica a pranzo.

Viceversa, con i miei suoceri, ero io il plebeo sopportato, loro sono esattamente come Marcella ambiziosi, pensano solo ai soldi, alle ville al golf con gli amici la domenica. Giusto quando pioveva a dirotto ci hanno invitato a mangiare da loro. Ovviamente tutto comprato in rosticceria, non sia mai che mia suocera si metta ai fornelli.

Spesso mi chiedo come mi sia innamorato di lei, che l’abbia sposata, quando già da fidanzato avevo subodorato questo snobismo nei miei confronti e della mia famiglia. Plebei, i miei genitori non erano ricchi, erano impiegati, ma dignitosamente non mi è mai mancato nulla, mi hanno fatto studiare all’università, mi hanno dato sani principi morali. Forse ciò non è avvenuto con i miei suoceri.

O forse si è persa negli anni, la vita, gli amici, chissà. Forse sono io che non sono più al passo dei tempi che sono cambiati.  Forse mi faccio troppe domande, o forse me ne sono fatte troppo poche fino ad oggi, ho sempre accettato tutto passivamente, senza mettere nulla in discussione. Forse è proprio oggi, in questa giornata plumbea e distorta che inizio a realizzare l’assenza della mia esistenza, come uomo.

Chiara -Ciao papà sei già in piedi?

Antonio -Guardavo le notizie sul web, ma poi ho avuto una discussione con tua madre, appare molto cambiata negli ultimi tempi.

Chiara -Forse dovresti parlarle, penso anch’io che dobbiate chiarire molte cose.

Antonio -Che intendi dire?

Chiara -Nulla, ma parlatevi, come va questa nube?

Antonio -Cambi discorso?

Chiara -No, siete adulti, a me interessa sapere di questo disastro ecologico, lo sai pure tu che ho spesso manifestato per il bene del pianeta.

Antonio -Certo è sono orgoglioso di te, che pensiate anche al vostro futuro ed al benessere di vita che potreste avere. Ma la nube purtroppo è ancora lì, da tre giorni non si è mosso nulla. Nessun accenno di dissolversi.

Chiara -Lo sai che tra i venti morti c’era anche un ragazzo dell’età di Cristian che faceva il tirocinio scuola lavoro?

Antonio -No non l’avevo letto, non mi sembra che sui giornali ne abbiano parlato o forse mi è sfuggito.

Chiara -Non ne hanno parlato, ormai di queste morti bianche non se ne parla più, io l’ho saputo perché era il fratello minore di Costanza, la mia compagna del cuore delle elementari. Le ho telefonato ieri, dopo che l’ho saputo da amici, la famiglia è distrutta dalla tragedia. Non hanno nemmeno potuto vederlo dopo la morte, lo hanno chiuso in una bara perché contaminato, ma probabilmente anche perché l’esplosione lo ha sfigurato. Sono scossa, pensa se fosse successo a Cristian? 

Antonio -Io sarei impazzito se fosse successo ad uno di voi. Mi dispiace me la ricordo da bambina la tua amica Costanza, ben educata, graziosa. Famiglia per bene. Purtroppo, questa disgrazia non doveva accadere. Tua madre questa mattina ha avuto l’ardire di dire che la colpa è di un immigrato che lavorava nella fabbrica morto pure lui.

Chiara -Non mi stupisco visto le sue frequentazioni.

Antonio -Dici le sue amiche?

Chiara -No non le amiche, ma nel gruppo si è introdotto il fratello di una di loro che fa politica. Le sta circuendo con i suoi slogan di propaganda.

Antonio -Ora capisco come mai oggi stava dicendo cose stupide e cattive. Meno male che questa nube la costringe tranquilla a casa.

Chiara -Ma! Non so, non è che questa nube la renderà ancora più inquieta? Del resto, questa reclusione ci rende tutti più nervosi. A me piacerebbe andare a confortare Costanza, ma non posso, anche il mio gruppo ecologista non può riunirsi o manifestare.

Antonio -Ma potete videochiamarvi, poi quando tutto sarà risolto ricomincerete a farlo di persona.

Chiara -Papà tu sei molto ottimista, pensi che la nube sia passeggera, ma qualcuno ipotizza che possa durare mesi od anni. A Seveso gli effetti della diossina si sono protratti per 14 anni. Qua non ti dicono nemmeno cosa l’abbia formata.

Antonio -Sai cosa mi piacerebbe fare appena possibile, prendermi una vacanza ed andare da nonna. In montagna, da lei si può ancora restare all’aperto e respirare aria buona.

Chiara -Sarebbe un’idea fantastica, poi sono anni che non andiamo a trovarla, ma perché avete litigato?

Antonio -No non ho mai litigato è che a tua madre non sta proprio simpatica, sai rapporti con le suocere.

Chiara -Papà non prendere scuse, sai bene che a mamma se non sbruffano soldi, la gente non le piace. E nonna è una persona a cui queste cose non garbano.

Antonio -È vero, ma non volevo parlare male di tua madre, è fatta a modo suo ma non è cattiva.

Chiara -Ma però non devi sempre darle retta, a me piacerebbe molto andare da nonna, sai quando ero bambina, l’unica volta che siamo state da lei, dopo la morte del nonno, mi ha insegnato ad andare a funghi, la mia passione per la natura me l’ha trasmesso lei. Mi portava nei boschi e mi insegnava i nomi delle piante, i versi degli uccelli e degli animali. È stata la più bella vacanza della mia vita.

Antonio -Non me lo hai mai detto, se me lo avessi raccontato, ti avrei mandato più spesso da lei. Mi dispiace, ma sai che facciamo, appena si può uscire da qui, l’andiamo a trovare io e te.

Chiara -E mamma e Cristian?

Antonio -Se vorranno venire anche loro, tanto meglio, anche se mi pare che Mamma volesse andare in Sardegna dai suoi.

Chiara -Uffa che noia ancora da quei babbei?

Antonio -Chiami così i tuoi nonni materni?

Chiara -No non loro, ma tutti i loro amici, quelli dell’età di mamma, sono noiosi, gareggiano ad avere la barca a vela più bella, pensano alle feste come se fossero ragazzini, poi il giorno dopo le criticano, dicendo che quella precedente era migliore. Sono sempre annoiati e procurano a loro volta una noia mortale.

Antonio -Ma pensavo che ti piacessero le vacanze in Sardegna con mamma e nonni?

Chiara – Ma quando mai, me ne stavo a casa su di una sdraio a prendere il sole, studiavo, anzi prendevo questa scusa per non frequentare quella gente ma soprattutto per evitare i loro figli ebeti. Ma se avessi potuto scegliere, non ci sarei mai andata.

Antonio -Ah, non ho capito niente, mi dispiace, sono sempre stato disattento, credevo che fosse tutto ok, che vi piacesse.

Chiara -Il tuo problema papà è che hai sempre lavorato come un negro per darci tutto questo benessere.

Antonio -Ma forse sareste stati più felici con meno benessere ed un padre più presente nella vostra vita.

Chiara -Un’ora in più o in meno con te, non ha fatto nessuna differenza, sappiamo che ci vuoi bene e tutto quello che fai è per noi.

Antonio -Sei una ragazza matura, ormai sei una donna, mi devo adeguare, non sei più la mia bambina con le treccine.

Chiara -Direi proprio che ormai sono una donna. Ti devo dire una cosa, ma non ti arrabbiare.

Antonio -Perché dovrei arrabbiarmi? Se non hai assassinato qualcuno o non hai rapinato una banca.

Chiara -Ho un fidanzato, un bravo ragazzo, lui è biologo Marino.

Antonio -Sono contento, se tu sei felice lo sono pure io.

Chiara -Sono in ritardo con il ciclo, se non fossi bloccata dalla nube sarei andata in farmacia a prendere il test.

Antonio -Ne hai parlato con tua madre? Sai io non sono molto esperto di certe cose.

Chiara -No con mamma non posso parlare di questo. Dirle che forse sono incinta. Incomincerebbe a farmi il quarto grado sul mio ragazzo, su quanti soldi ha o meno. Per ora è disoccupato, sai com’è la situazione qua in Italia, forse a breve avrà un colloquio in un importante acquario, ma all’estero.

Antonio -Ma tu come la pensi? Lo ami?

Chiara -Sai quando l’ho conosciuto è come se fossi stata colpita da un fulmine a ciel sereno e pure per lui è successa la stessa cosa. Sono due anni che ci frequentiamo e non abbiamo mai litigato, siamo fatti l’uno per l’altra.

Antonio – Ma tu lo vorresti il bambino?

Chiara -Certo che lo vorrei, ma …

Antonio -Per quanto mi riguarda avrai sempre il mio appoggio per qualsiasi decisione tu vorrai prendere, sappi che non devi pensare ai fattori economici, se deciderete di farlo nascere io vi aiuterò, potreste andare a vivere in mansarda, per non avere spese inutili. Poi qua potresti anche finire gli studi, anche con il bambino. L’importante che tu sia felice, se questo ragazzo è l’uomo della tua vita, non sprecare opportunità.

Chiara -Sei un padre fantastico, ma dovrò parlarne anche con Lorenzo, ancora lui non lo sa, non volevo allarmarlo prima del tempo.

Antonio -E mamma, quando pensi di parlarne?

Chiara -Prima volevamo il tuo appoggio.

Antonio -Quello lo avrai sempre. Che ne dici se portiamo pure lui dalla nonna? Così avrò modo di conoscere il mio futuro genero.

Chiara -Ma io non ho intenzione di sposarmi, non ora almeno.

Antonio -Ma se nascerà il bambino, non andate a convivere?

Chiara -Quello sì, ma sposarmi per ora no.

Antonio -Mi farai conoscere mio genero.

Chiara -Un po’ presto chiamarlo così visto che non voglio un matrimonio imminente.

Antonio -Ma il padre del mio futuro nipotino sarà pur sempre mio genero, matrimonio o meno.

Chiara fa volare un bacio con la mano.

Chiara -Bisognerà dirlo alla mamma, ma non so come, non so come la possa prendere, non sarà molto contenta.

Antonio -Ne parleremo assieme, non ti lascio sola, si arrabbierà ma poi sarà contenta del nipotino.

Chiara -Vado a chiamare Lorenzo, meglio che informi lui per primo, non voglio che si ritrovi nel putiferio prima di sapere il perché.

Antonio   -Che giornata si va a prospettare, un matrimonio che va a rotoli ed una nuova famiglia che sta per nascere, ma con tutto il bene che voglio a mia figlia, penso che abbia ragione a non volersi sposare subito. Meglio che la decisione sia ponderata, che sia l’amore fra due persone a far prendere una decisione. Quando passeggio per strada e vedo due anziani coniugi che si danno la mano come due giovani fidanzati mi commuovo sinceramente, loro, nonostante gli anni di convivenza, nelle gioie e nelle difficoltà sono riusciti a mantenere vivi i sentimenti. Perché è questo il difficile del matrimonio, avere rispetto del coniuge, condividere tutto, il bello ed il brutto della vita. Essere certi di poter mantenere la promessa nuziale, di schivare le tentazioni della vita. Da parte mia quasi sentimenti, non li provo più, pur avendo mantenuto il rispetto, evitato le tentazioni, però non provo più stima di Marcella, diventata troppo mondana ed arrivista. Da anni, nemmeno lei pronuncia parole di affetto nei miei confronti, sempre più assente con me ed i ragazzi, vive in un mondo suo tutto artificiale, tutto sa di falso. Anche la sua gentilezza è ambigua, quasi uscita da un film americano, formale, recitata. In questa famiglia sembra tutto surreale, nulla appare reale, sembra essere immersi in quella nube nera.

Antonio -Poter fuggire di qua, da questa prigionia fisica e morale che incombe funesta.

Antonio -Ma dove vai vestita così?

Marcella -Perché non posso vestirmi come mi pare? Critichi pure questo?

Antonio -No, mi chiedevo solo l’utilità di agghindarsi, abiti firmati per restare bloccata in casa. Poi perché una risposta così arrabbiata?

Marcella -Ti sei già dimenticato di come mi hai trattato prima?

Antonio -Non ti ho trattata male, solo che negli ultimi tempi sei molto cambiata, del resto non volevo offenderti, ma capire cosa stia succedendo.

Marcella -Nulla, solo perché una donna voglia avere più libertà, fra cui anche concepire il mondo in modo diverso, a voi uomini infastidisce.

Antonio -Per nulla, basta che me ne parli, potrei approvare o criticare, fa parte di ogni persona civile poterne discutere. Anche per me, nel tempo, molte idee o questioni sono cambiate.

Marcella -Per te? Tu non cambi mai, resti sempre fermo nel tuo moralismo bigotto.

Antonio -Io bigotto, ma quando mai? Moralista si, quello te lo concedo, in un mondo che cambia ogni giorno in peggio, con gente sempre più cinica, rabbiosa, volgare. Penso che mantenere un minimo di morale sia indispensabile, non per fare il nostalgico del passato, come fosse un tempo migliore, ma mantenere come si sul dire la barra a dritta.

Marcella -Ma se non sai nemmeno cosa sia la morale?

Antonio -Chiamalo buon senso allora, vuoi che mi chiami buonista, forse è più consono al tuo gergo?

Marcella -Mi prendi in giro? La morale è qualcosa di molto più elevato di quello che dici, volendo essere franchi, hai ragione tu sei solo buonista. Ci sono dei valori superiori che una persona morale dovrebbe difendere.

Antonio -Quali?

Marcella -È in bocca a tutti, possibile che la questione non ti sfiori?

Antonio -I dieci Comandamenti?

Marcella -Ma che idiota che sei, prendi ad esempio anche solo il concetto di Famiglia.

Antonio -Preferivo i 10 comandamenti, non ammazzare, non rubare, non dire il falso, allora chiamami pure antiquato, certamente non cambierò prospettiva, resto nel vecchio testamento, i nuovi vangeli mi fanno paura.

Marcella -Con te non si può parlare, io ti trasmetto dei valori che si sono persi, che vanno difesi e rivitalizzati e tu mi prendi in giro?

Antonio -Non ti prendo in giro, anzi sono profondamente preoccupato che la politica strumentalizzi determinati ideali, stravolgendone il significato. Perché quando mia hai sentito qualcuno esserne contrario, o pronunciare “odio la famiglia”. Mi fa paura che tu incominci a parlare come loro.

Marcella -Ma tu allora non vuoi capire.

Antonio -Certo che capisco bene queste persone, ma io vedo in questi proclami solo il desiderio di togliere libertà democratiche. Poi famiglia, con padre e madre e non con genitori, quando mai accettare famiglie arcobaleno? Poi non si tiene conto che una famiglia su tre è separata, divorziata senza contare quelle che convivono.

Marcella -Gli italiani non fanno più figli, non mettono su famiglia, fra un po’ ci saranno più mussulmani che cristiani, via i crocefissi i presepi, magari via pure le chiese.

Antonio -Poi cosa c’entrano i mussulmani con il fatto che gli italiani non facciano più figli? Alcuni sono benestanti e vogliono divertirsi, altri hanno stipendi troppo bassi per poterseli permettere. In una nazione progredita, avere figli è una scelta, non un dovere. Poi ognuno può avere la religione che vuole, che differenza c’è tra Budda e Dio o Maometto?

Marcella -Sei pure miscredente, quindi a questo non ci credi. Ma per me è importante. I miei figli o nipoti che sposino mussulmani, sarebbe la fine di ogni moralità.

Antonio -Ma quanti anni è che non entri in una chiesa? Dal battesimo di Cristian? A già dimenticavo, la domenica mattina si va al golf club, la nuova religione della città Inn.

Marcella -Ma che c’entra, sono i valori cristiani che si devono difendere, la lotta all’aborto per esempio. Il valore della vita, prima di ogni cosa. Sai che mi sono iscritta ad un’associazione pro-vita?

Antonio -Interessante, ma che ne pensi di tutte quelle donne in difficoltà? Che non sono solo quelle economiche, ma di mariti violenti che devono subire.

Marcella -Ci penserà la politica, quella giusta, ovviamente.

Antonio -Ed in circa cinquanta anni da che la legge è in vigore, nessuno ha mai provveduto, prevenuto, aiutato le donne, pensi che dall’oggi al domani arrivi qualcuno con la bacchetta magica?

Marcella -Non c’erano le persone giuste.

Antonio -E se fosse tua figlia ad essere incinta?

Marcella -Ma che domanda mi fai, quando si sposerà non avrà certo bisogno di abortire.

Antonio -E se fosse adesso?

Marcella -Non dire stupidate, deve finire gli studi universitari, ha delle priorità prima di mettere famiglia, poi non ci ha mai presentato un fidanzato, di che preoccuparsi. Ma poi perché continui a parlare di situazioni immaginarie, insensate, attinenti alla realtà. Poi perché mai una donna dovrebbe subire violenze, c’è il divorzio per non continuare a subire.

Antonio -Vero, ma forse molte non hanno le possibilità economiche per divorziare, non hanno lavoro, molte hanno paura, forse ci hanno provato e non protette dalle istituzioni sono dovute tornare, sotto minacce peggiori. Forse semplicemente si sacrificano per i figli, pensando che sia la soluzione migliore. Ma non è di questo che stavamo parlando, non sviare il problema dell’aborto.

Marcella -Ma perché ne dovremmo parlare, sai che sono contraria. Torna alla realtà.

Antonio -Come vuoi, ma non dobbiamo pensare che la nostra famiglia, non sia piena di problemi che dovremo affrontare.

Marcella -Ma che dici, quella nuvola nera ti ha offuscato la mente? La nostra è perfetta!

Antonio -Se lo dici tu!

Marcella -Adesso sei diventato pure contrario alla famiglia? Alla nostra.

Antonio -Assolutamente no, ma qualche dubbio sul nostro matrimonio incomincio ad averlo.

Marcella -Ecco dove volevi arrivare dopo tutti questi preamboli, hai un’amante? Si insomma, una donna giovane con cui spassartela?

Antonio -No assolutamente e chi avrebbe il tempo per farlo, ma onestamente mi chiedo se esistano ancora sentimenti tra noi, o conviviamo passivamente sotto uno stesso tetto? Tu con interessi diversi, io con il lavoro ed i figli lasciati a sé stessi. Cosa ci è rimasto in comune? Affetto, non so nemmeno da quanto tempo ci dedichiamo dieci minuti, sesso, forse da anni non abbiamo un rapporto. Una vacanza assieme, una cena noi due soli ed altro ancora.

Marcella -Ma tu per tutte queste stupidaggini manderesti a monte il nostro matrimonio?

Antonio -Per me non sono stupidaggini, poi sii obiettiva, quanto della tua vita dedichi a me? Tra amiche del cuore, quelli del golf, sei sempre fuori casa, cene, teatro cinema, ma per me nulla.

Marcella -Ma sei geloso della mia libertà?

Antonio -No, vorrei che tu dedicarsi un po’ del tuo tempo anche a me ed alla famiglia.

Marcella -Ma per cortesia sono ventidue anni che siamo assieme, devo fare la casalinga annoiata?

Antonio -Ma da quindici anni io non esistono più, questa è la realtà, tu sei pienamente libera di fare quello che vuoi, ma io non ci sono per te. Rinunceresti ad una delle tue cene per uscire con me?

Marcella -Ma quante storie, io ti vedo tutti i giorni.

Antonio -Appunto dai per scontato che io sia qui in pantofole ad aspettarti, ma forse questo non mi basta più, adesso spetta a te salvare questo matrimonio.

Marcella -Salvare? Ma sei impazzito, non abbiamo mai litigato su nulla.

Antonio – Ma non parliamo mai di nulla, anche oggi, che ti condivido i miei problemi i miei dubbi, tu sfuggì alle domande. Non riesci ad affrontare seriamente un problema.

Marcella -Perché per me non esistono, sei tu che vuoi crearli, io non ho certo nulla da recriminare sul nostro matrimonio.

Marcella a bassa voce -Non posso venire, lo sai c’è la nube.

Marcella a bassa voce -Ci vediamo, appena sarà possibile, poi c’è mio marito non posso parlare. Ciao.

Antonio -Ma chi ti voleva vedere?

Marcella -La solita Lisa, ha le sue solite fissazioni.

Antonio -Ma non vede la nube là fuori? E perché non devo sentire io?

Marcella -Ma perché tutte queste domande?

Antonio -Perché ad una mia domanda rispondi con un’altra domanda, cosa vuoi nascondere, cosa non devo sapere?

Marcella -Assolutamente nulla, faccende private tra noi donne.

Antonio -Capisco, escludimi pure anche da questo.

Marcella -Non sono affari tuoi io ti chiedo dei tuoi amici?

Antonio -Quali? Quelli che non hai mai voluto invitare a casa da quando siamo sposati? A differenza dei tuoi, i miei sono stati tagliati fuori. Più visti ne sentiti.

Marcella -E dai la colpa a me, se non li hai più frequentati? Questa poi.

Antonio -Certo, non potevo essere solo io, da solo perché tu trovavi sempre una scusa per non venire, ad andare a cena a casa loro, senza mai ricambiare l’invito. Ti sei sempre opposta.

Marcella -Mi annoiavano.

Antonio -Perché io mi divertivo con i tuoi? Li ho sempre sopportati per far piacere a te, potevi anche tu farlo per me. Per loro sfoderabile Catering di lusso, per ricevere i complimenti meno sinceri di questo mondo, per i miei neanche uno sforzo. Comunque lo vedi che nel nostro matrimonio ci son problemi.

Marcella -Certo se rinvanghi situazioni di venti anni fa, della preistoria, se vuoi proprio creargli fai pure, io adesso vado in cucina a preparare il pranzo.

Antonio -Miracolo, accendi i fornelli? O pranziamo con lasagne surgelate?

Antonio -Ma con chi diavola parlava al telefono, sarò paranoico ma non voleva che io ascoltassi, che strano. Non si comportava così una volta, forse sono un po’ tonto, ma sembrerebbe la telefonata di un amante, disperato perché c’è la nube. Questa malefica costringe a convivere con persone che si detestano e separa gli amori. Chissà forse è la nostra ipocrisia che mette in evidenza, celata da convenevoli sociali. Facciamo tutti finta che tutto vada bene, quando in realtà recitiamo la parte del “tutto bene, nulla di nuovo sotto questo sole”. Lo scherzo del destino è che il sole al momento è sparito, le ombre della nostra esistenza sono calate pesantemente su di noi e ci mostrano per quello che siamo, con tutte le nostre debolezze. Che fare? Usare la ramazza e nascondere il tutto sotto un tappeto, o prenderne atto? Bisogna avere un gran coraggio per realizzare che non siamo perfetti, che ogni nostra azione nel tempo viene mossa dalla nostra convenienza e che questa deriva dal rifiutare di ammettere le nostre mancanze. Accettare gli errori, significa razionalmente ammettere i nostri limiti, ma solo se sei mentalmente sano ricevi un beneficio dall’errare, perché l’accettazione e la critica ti evitano di ripeterli.

Cristian -Perché mamma è uscita così arrabbiata?

Antonio -Discussione su problemi morali, niente di che.

Cristian -Pensavo che discutere della telefonata, chi era sempre quell’idiota?

Antonio -Quale idiota?

Cristian -Dell’amico politico, il fratello della sua amica Giusy.

Antonio -Non so nulla.

Cristian -Ma papà non dirmi che sei così ingenuo? Non ti sei ancora accorto?

Antonio -Vuoi farmi intendere che tra mamma e quel tipo c’è qualcosa?

Cristian -Secondo te perché lo scorso anno mi hanno bocciato, quando nel primo trimestre avevo quasi tutti 7?

Antonio -Mamma mi ha detto che hai smesso di studiare.

Cristian -Questa è la sua versione, ero in classe con il figlio di quel porco, tale padre, tale figlio. Mi prendeva nei corridoi e mi scherzava, ovviamente offendeva pure mamma. Alla fine, non ho più resistito e l’ho menato. Mi hanno sospeso per una settimana, poi a fine anno mi hanno bocciato per la condotta.

Antonio -Perché non mi hai raccontato la verità? Perché mi avete raccontato tante bugie? Sarei quanto meno andato a parlare con il preside, avrei tentato di salvarti l’anno scolastico, magari promettendo di portarti in altra scuola a finire gli studi.

Cristian -Non ha voluto la mamma.

Antonio -Già per difendere la sua tresca, ti ha sacrificato.

Cristian -Non dire che ho fatto la spia altrimenti me la fa scontare.

Antonio -Figurati, credi che non pensassi già che il nostro era un matrimonio in crisi.

Cristian -Ora che fai? Non la picchierai?

Antonio -Ma sei matto? Sono una persona civile, faremo una discussione, forse una litigata potente, alla fine della quale andremo ad una separazione, poi ognuno per la sua strada. Quello che mi dispiace è per voi ragazzi, sarà un trauma, comunque vada a finire.

Cristian -Non peggiore di questi mesi, passati a far finta di niente. Sopportando la presenza di quel poco di buono che la tampinava in ogni momento. Vivere nella continua bugia.

Antonio -Mi dispiace se avessi saputo prima, non vi avrei fatto vivere questa situazione.

Cristian -Ma tu sei mai stato infedele alla mamma, con tutta sincerità?

Antonio -Di occasioni sono sincero, le avrei avute, ma poi gli impegni di lavoro mi hanno allontanato o forse ho preso la scusa di queste per non trovarmi in situazioni incresciose, così alla fine sono sempre rimasto fedele, anche se oggi sinceramente sento di essere stato un ingenuo.

Cristian -Ho una ragazza da alcuni mesi, ma sono un cretino, non riesco ad esserle fedele.

Antonio -Posso solo darti un consiglio da vecchio pedante, se ami veramente una persona non puoi esserle infedele, se non l’ami, lasciala e goditi la libertà finché non trovi quella giusta.

Cristian -Facile a dirsi, perché io sono pazzo di lei. Però mi piace anche fare il figo.

Antonio -Sei giovane, ma devi capire cosa sia più importante tra le due situazioni.

Cristian -Un po’ sono gli amici che mi vogliono con loro a caccia di ragazze e tra noi è nata una competizione a chi se ne fa di più.

Antonio -Ma tu credi che i tuoi amici non mentano anche, che in realtà le avventure con le ragazze siano false e lo facciano solo per vantarsi, per apparire degli sciupa femmine. Mi sono fatto la tizia, la caia…

Cristian -Sinceramente non lo so, ma intorno al mio gruppo si è creato un mito, spesso sono le ragazze a cercarci ed io non rinuncio.

Antonio-Ma la tua ragazza non sa niente? Non sospetta?

Cristian -È gelosissima, continuiamo a litigare e questo mi dispiace, anche il giorno prima della nube, da allora non risponde più al telefono.

Antonio-Forse non ha tutti i torti, devi fare una scelta, anche lei ne ha diritto, se tu non sei serio con lei, di scegliere un altro ragazzo, non trovi?

Cristian -Io sono innamorato di lei, ma non può chiedermi di monopolizzare la mia vita, dovrei rinunciare ai miei amici e questo non mi aggrada.

Antonio -Anche tua madre mi chiese questo, rinunciai agli amici per lei, ma eravamo più adulti, mi sembra un po’ prematuro per la tua età. Tuttavia, se tu le facessi capire che le tue uscite con gli amici sono innocue, perché tu le vuoi bene e la smettessi con le altre ragazze. Insomma, potresti convivere sia con la ragazza che con gli amici, ma la piantassi di esserle infedele.

Cristian -Ma io sono come la mamma?

Antonio-Perché mi chiedi questo? No, hai la tua personalità, magari si sta formando.

Cristian -Quando la mamma mi impose di non dire nulla della mia bocciatura, mi feci giurare che non avrebbe più visto quel tipo. Ma poi Non mantenne il giuramento e riprese come prima a frequentarlo.

Antonio-Con questo?

Cristian -Ho paura di farle questa promessa e poi di non saperla mantenere.

Antonio -La sincerità è la base di ogni rapporto tra persone, specie in amore. Se sai già che non ci riuscirai, allora non farle questa promessa.

Cristian -Ok, alla fine mi hai convinto che se la desidero veramente, devo metterla sopra ogni cosa.

Antonio -Ben detto!

Cristian -Ma tu con la mamma?

Antonio -Dovrò chiederle di essere sincera, di capire chi sia importante nella sua vita, io o l’altro uomo, anche se dubito di essere il prescelto.

Cristian -Ma se ti mentisse, dicesse che vuole restare con te, ma poi, come ha fatto con me, continuasse a vederlo di nascosto?

Antonio-Ricordati che le bugie hanno le gambe corte, prima o poi me ne accorgerei se continuasse a prendermi in giro.

Cristian -Ma con la separazione dove vivremo noi? Con te o con mamma?

Antonio-Mi piacerebbe che foste voi a scegliere con chi stare, ma per Chiara è più facile perché maggiorenne.

Cristian -Però è brutto, perché se sceglieremo uno dei due ci sentiremo in colpa per l’altro.

Antonio -Ma anche se scegliessi di restare con mamma, la mia porta di casa sarà sempre aperta quando lo vorrai.

Cristian -Lo so, ma è in quella di mamma che non vorrei, o meglio lei sarebbe felice e contenta di vivere con Pietro, ma io non lo sopporterei di vederlo girare per casa. O peggio ancora dover dividere lo stesso tetto con Sebastian, con cui mi sono preso a pugni ed ho perso l’anno scolastico.

Antonio -Non hai tutti i torti, penso sia intollerabile vivere a fianco ad una persona che detesti, ma io, se andremo alla separazione, non posso opporti alle visite con tua madre, se decidessi di restare con me. Poi i giudici si incattiviscono con chi vuole difendere i figli o solamente cercano di evitarli dispiaceri. Rischierei di provocare l’effetto opposto, di imporre a te una brutta convivenza, limitando in vece a me le visite.

Cristian -Ma perché questo? Non dovrebbe essere valutato l’interesse di noi figli?

Antonio -Mi piacerebbe che fosse così, in realtà in tribunale si difendono i diritti degli adulti, pensando che i bambini debbano avere una figura materna ed una paterna, indipendentemente dal fatto che siano dei buoni genitori.

Cristian -Santo cielo se ti sentisse parlare la mamma, lei con le sue fissazioni che le ha passato quell’idiota, sulle famiglie tradizionali.

Antonio ridacchia -I genitori non sono solo chi vi ha messo al mondo, ma chi vi vuole bene. Quanti madri o padri abbandonano i figli, spariscono dalla loro vita. Comunque, sappi che non vi abbandonerei mai, ovunque sarete od avrete bisogno di aiuto.

Cristian -Grazie papà.

Antonio -Di che, io sono sempre qua quando ne hai bisogno.

Cristian -Vado a telefonare alla mia ragazza, ho bisogno di parlarle, di fare la pace.

Antonio -Follia, tutto il mio mondo sta cambiando, quelle che erano le mie idee solo di ieri, si stanno capovolgendo, dalla visione del mio matrimonio, ma anche le personalità dei miei cari, sono in realtà diverse da quelle che ho sempre creduto. Strano questa nube che oscura il cielo, mi sta illuminando su quanto non avevo mai osservato. Eppure, anche le idee hanno qualcosa di tossico come lei. Ritenevo mio figlio uno svogliato, senza personalità, ma parlandoci ho scoperto non essere così, anzi, la sua storia, con la difesa della madre, scriteriata, ha rivelato essere forse più uomo di quanto non lo credessi. Però devo smuovere la sua rinuncia alla vita, generata dalla delusione che ha subito. Devo ridargli fiducia sulla figura genitoriale, è importante perché possa crescere e diventare a sua volta un buon padre.

E mia moglie che delusione, poi insomma venire a sapere da un figlio, che tutta questa famiglia è una farsa, mi ha profondamente ferito. Oltre al tradimento, già di per sé grave nei miei confronti, anche la falsità, la menzogna sulla vicenda della bocciatura di Cristian è ancora più grave, farlo passare per stupido, anziché per arrabbiato.


Chiara -Che faccia strana che hai, sei arrabbiato?

Antonio -No, deluso.

Chiara -Con Cristian, sai ha affrontato momenti difficile.

Antonio -Lo so, ne abbiamo parlato, mi ha rivelato le vere ragioni della sua bocciatura. Delle menzogne che mi sono state raccontate.

Chiara -Anche della relazione della mamma? Non ti avrà raccontato pure quella?

Antonio -Perché lo sapevi pure tu e non dicevi nulla? Solo io dovevo fare la parte dello scemo? Tua madre oggi ha persino avuto il coraggio di accusarmi di esserle infedele, mentre lo è lei.

Chiara -Pensavo che fosse un vostro problema, che non fosse giusto che ce ne impicciassimo io e Cristian.

Antonio -Tacendo, avete fatto del male a Cristian, ve ne rendete conto? Farlo passare per un lazzarone, ai miei occhi, un senza carattere, rovinare l’opinione mia su di lui.

Chiara -Mi dispiace, io e mio fratello abbiamo sperato fino all’ultimo che mamma lasciasse quel tipo e tutto tornasse come prima, una famiglia qualunque come tante.

Antonio-E’ sulla fiducia che si basa la famiglia ricordati, quando questo viene meno, non esiste più.

Chiara -Che intenzioni hai con la mamma, adesso che lo sai?

Antonio -Credo che la separazione sia il minimo, il come si vedrà, dobbiamo discuterne e non sarà facile, ci sono i vostri interessi, come figli, con chi andrete a vivere, o dove.

Chiara -Io vorrei andare a vivere con Federico, la tua idea della mansarda mi sarebbe piaciuta, ma se qua resta a vivere la mamma, diventa tutto impossibile. Non finirebbe più di intromettersi senza un tuo controllo. Penso nemmeno Cristian vorrebbe restare con lei.

Antonio -No me lo ha già detto, non vuole avete a che fare né con il compagno di mamma, né con suo figlio.

Chiara -Pienamente d’accordo. Ma come affronterai la mamma?

Antonio   -Appena la vedo, inizierò a parlarle, anche se penso che tenterà in ogni modo di mentire.

Chiara -E della mia possibile gravidanza, quando pensi sia il caso di discutere?

Antonio -Dimmi tu preferisci discutere con lei prima di te?

Chiara -Non posso aspettare molto non credi? Poi ho già parlato con Lorenzo, lui è un bravo ragazzo, ha detto che è sorpreso ma contento.

Antonio -Mi fa piacere che sia così. Appena sarà sparita questa nube, me lo farai conoscere, magari usciremo a cena, una cosa informale, niente di ufficiale. Non voglio fare il padre apprensivo o petulante e tanto meno intromettermi nella vostra relazione.

Chiara – Ha avuto un’offerta di lavoro per un importante istituto di ricerca oceanografica, purtroppo dovrebbe restate imbarcato per mesi per le sue ricerche, ma lo stipendio è ottimo. Ma temo che per il bambino voglia rifiutare.

Antonio -Non faccia questa stupidata, tu saprai aspettare, al bambino ci possiamo pensare anche noi. Poi finite le ricerche o per le ferie vi rivedrete.

Chiara -Glielo ho già detto, ma ha paura di non poter vedere suo figlio crescere e questo gli dispiace.

Antonio -Molti padri, compreso me, per il lavoro non vedono sufficientemente i loro figli, ma è altrettanto importante poterli mantenere decorosamente e dargli un futuro. Non si vive di solo amore, ma anche di pane, bisogna errore realistici. Quello che più importa è dare amore incondizionato.

Chiara -Cosa ne pensi se chiamiamo la mamma?

Antonio -Sei pronta per il putiferio?

Chiara -Dai non la prenderà così male, poi sai che è in un movimento pro-vita, le farà piacere che la famiglia cresca.

Antonio -Il dubbio mi viene sul fatto che non gradisca Federico, a lei piacciono i figli gagà dei suoi amici, quelli con il portafoglio pieno ed il cervello vuoto.

Chiara -Esattamente il contrario di Federico.

Antonio -L’importante che piaccia a te, che sia serio, poi ascolta il tuo cuore.

Chiara -Vado a cercarla poi torniamo.

Antonio -Giornata che si prospetta pesante, avrei voluto passarla dormicchiando, ma purtroppo non sarà così, direi che dovrei prepararmi ad una lunga serie di discussioni spiacevoli. La cosa non mi piace, non mi è mai piaciuto essere litigioso. Forse per quello questa casa sta andando alla deriva, per la quiete ho lasciato correre troppe cose, ho lasciato che Marcella facesse tutto quello che voleva, ho delegato lei in tutte le decisioni importanti, compreso l’acquisto di questa casa, che ora sento come una prigione, non per causa della nube, questa è capitata per caso, ma purché qui ora mi senta costretto a meditare su quanto io abbia accettato senza esprimere il mio dissenso, una vita vuota di sentimenti e di ideali. Un vivere completamente vuoto, senza mai tentare di riempirlo con qualche cosa di positivo. Vuoto pneumatico, questi mobili di architetto, i quadri d’autore, la piscina, la TV 52 pollici, un contorno che non appartiene alla mia vita. Cosa sono diventato? Sono assente, ma non solo a causa del mio lavoro, ma anche da un’esistenza, dalla vita, vivacchio aspettando un domani esattamente uguale ad oggi, nessun progetto per il futuro. Forse sono esattamente come ho descritto gli Italiani, nostalgici per il passato, che si arrangiano malamente nel presente, senza mai guardare all’avvenire. In questa vita non mi ci ritrovo più, è come quella nube là fuori, nera densa di tossicità, impenetrabile, avvolgente e sconfortante. Non si vede più l’orizzonte, il sole, le case, l’anima della vita, nemmeno più un rumore dalla strada, una voce fuori dal coro. Ecco una situazione che mi manca essere fuori dal conformismo, dall’imbecillità della società moderna, acuita dal fragore dei social, dai media e tutto quel mondo becero che rovina la gente. Tornare ad essere antiquato, come direbbe Cristian, riacquistare valori, quelli veri, quelli che nascono dai buoni sentimenti, dal cuore. Lontano da sordida propaganda politica, dall’egoismo e dalle meschinità di questo mondo corrotto. Forse questa nube è proprio il testimonial della corruzione che alita su questa casa, su questa città, per avvisarmi di quanto sia in sfacelo questo pianeta. Ma il dubbio che mi pongo ora, salvare me stesso, ma la mia famiglia farò ancora in tempo a farlo? Marcella no di sicuro, ormai è nelle sabbie mobili, sprofondata ormai, ma i miei figli? Capiranno che voglio dare alla nostra vita un senso? Aria nuova, aria pulita, semplicemente ossigeno alla mente. Pensare finalmente liberi da falsi miti, da martellamenti costanti di idee sbagliate assunte ad idolatria, da idiozie spacciate per serie, da condizionamenti di ogni genere. Si pensare, questa società non pensa più, resta affascinata solo dalle immagini, vere o rese vere dai fotoritocchi, nemmeno distingue più il vero dal falso, le ingiurie dei media sono dottrina. Ma come salvarsi, il dilagare di questa nube tossica, rende impossibile una fuga e per andare dove e come. Bastano una tuta guanti, per sfuggire a questo destino?  O questa terrificante disgrazia ci inseguirà ovunque tentassimo di rifugiarci? Esiste ancora un mondo libero, pulito, incorruttibile, che non sia un’isola deserta? O finirò ad essere l’ultimo soldato a difendere una bandiera ormai logora? Ah, che tristezza, non avrei mai pensato di sentirmi così solo, esule in un mondo estraneo, esattamente questo sento di essere, di parlare un’altra lingua che nessuno comprende, dove il linguaggio comune della gente ha perso di buon senso, di morale, di logica. Allora sono io che sono estraneo, sentirsi diverso solo perché sono una persona che ragione in proprio, che pensa. Ma perché non ho capito prima di quanto provo ora, perché mi sento così solo, prima tutto sembrava bello, il cielo era azzurro, il sole spendeva, ora questa nuvola strana, mi mostra tutto un mondo diverso, tossico, insopportabile, privo di umanità, di solidarietà, di compassione di chi vive vicino a te e non ha un attico, una piscina, anzi non ha nemmeno una casa, non ha di che sfamare i figli, che cerca un rifugio da guerre e persecuzioni. L’egoismo, l’apparire ricco, forse senza esserlo, il dio consumismo volto a farti diventare uno status simbolo, ha ridotto l’umanità a un mostro senza cuore. E pure io ne sono fino ad oggi complice, si la mia indifferenza mi ha reso complice di questo abominio. Non voltavo la testa, quella no, ma non avevo gli occhi per vedere, perché nella vita si vuol guardare solo quello che si vuole ed io come tanti non volevo aprire gli occhi. Questa nube, questa disgrazia che incombe, a questo punto della vita, non si può ignorare, la vedi, nitida, orrenda, mortale. Non puoi voltare lo sguardo, non puoi far finta che non ci sia, non riesci più a vedere il cielo azzurro. Allora è giunto il momento di prenderne atto, non per conviverci ignorando, ma per agire, per ritrovare, forse in un altro mondo, quello che questa umanità ha perso, forse per intraprendere un viaggio alla ricerca di noi stessi, della verità, della morale. Come vorrei portare via i miei familiari da qui, intraprendere questo viaggio con loro, ritornare con loro alle origini dell’esistenza. Liberarci da tutti questi fronzoli inutili, dal lusso di questa casa, di tutte le idee sbagliate che ci hanno portato a questa becera esistenza, dall’infantile apparire, dai suv, dagli smartphone, dal golf alle vacanze da vip, dalla gente vuota ed egoista.

Ma se io ne sono stato malato, i miei figli che sono nati e cresciuti in questo mondo corrotto, come farò a curarli, se non hanno mia visto nulla di diverso? Non hanno un modello di vivere diverso, non sanno nemmeno cosa significhi sacrificio, aspirare ad un oggetto e ottenerlo con fatica, tutto è sempre stato dovuto, i soldi sono come le caramelle, le si mangia una dopo l’altra, nulla si offre a chi ne ha bisogno, i soldi come felicità temporanea, fino al prossimo negozio, fino alla prossima spesa, oggetti che si accumulano in armadi e già non ti rendono più soddisfazione.

In realtà accumuliamo infelicità, si perché non siamo mai soddisfatti di quello che abbiamo, vogliamo di più, sempre di più avidi di apparire, di mostrarsi sui social, per creare invidia negli amici. Non c’è più nulla che ci fa sorridere, ci rallegri, la nostra è una corsa contro il tempo per fare soldi, carriera, posizione sociale, per poi spendere e ricominciare di nuovo. Ma la felicità, o solamente la famiglia che fine ha fatto? In questa casa siamo diventati dei perfetti estranei, una moglie scostante, con l’amante, per sopperire al tram tram di tutti i giorni, un figlio annoiato che pensa solo agli amici, una figlia in cerca di tenerezza e forse con un figlio in attesa. Io nel buio, nell’indifferenza ne sono l’artefice, ogni giorno a guadagnare sempre di più, inconsapevolmente ho acceso la miccia di questa bomba, che a minuti esploderà in questa casa, che non ha più un cielo sereno. E poi dopo l’esplosione cosa resterà? Come nella fabbrica chimica lascerà morti dietro di sé o i sopravvissuti inizieranno un’altra vita? Colpevole, lo sono pienamente, fino in fondo ora ne sono conscio, spero solo non essermene reso conto troppo tardi, che questa nube non resti per sempre nella nostra coscienza, di non passare il resto della mia esistenza a fingere di non vederla.

Basta ipocrisie, basta nascondere la polvere sotto i tappeti, per anni ho lasciato che tutto venisse fatto tacere, nascondere, il tutto per restare in equilibrio su di un filo di lana, pensando che fosse la soluzione più facile, per il quieto vivere. In tutto questo tempo non era vivere, era recitare la parte che gli altri si aspettino che tu sia. Totalmente spersonalizzato interpretavo la mia debolezza, il mio essere assente in famiglia e nel mondo intorno al quale è vissuta. Questo si aspettavano tutti da me ed io li ho accontentati. Ma anche un attore si stanca di recitare (forse sono ormai troppo vecchio per questo) e vuole tornare alla realtà, voglio tornare me stesso, per la prima volta dopo anni.

Che esplodi la bomba!

Antonio -Nuovo look da casa?

Marcella -Ancora polemico?

Antonio-No, ma forse lo sarò adesso, mi hai chiesto se ti tradivo, ma adesso sono io che lo chiedo a te?

Marcella -Uffa ci risiamo ti sei svegliato male? La nube ti dà alla testa?

Antonio tono seccato -Rispondi, dimmi la verità, tanto sono l’ultimo in questa casa ad averlo saputo di Pietro il fratello della tua amica.

Marcella -come sarebbe a dire l’ultimo, i nostri figli lo sanno già?

Antonio -Non far finta di nulla sai bene perché Cristian è stato bocciato lo scorso anno, per la condotta, per aver preso a pugni il figlio di quello là. Perché ti insultata per tutta la scuola. Almeno aver avuto il pudore di difendere tuo figlio con il preside, o portarlo in un’altra scuola. Ma fa lo stesso, ormai gli hai rovinato la vita, per quel che ti importa di lui. Quello che ora mi importa è sapere quello che vuoi fare.

Marcella -In che senso?

Antonio-Come in che senso, hai un altro uomo, da persona civili si deve mettere in chiaro che la situazione non va bene, non ti sembra?

Marcella -Cosa vuoi fare il solito moralista? Predica e via.

Antonio -Moralista io? Ma non sei tu che professi la fede nella Famiglia tradizionale? Padre, madre, figlio e figlia, non mi sembra che nel quadro ci sia pure amante compreso. Non voglio una predica ma un chiarimento.

Marcella -Ma io sono qua per la famiglia cosa credi, se no me ne sarei andata.

Antonio -Non intendevo questo, purtroppo devo esprimere la solita domanda o io o lui.

Marcella -Meno male che saresti un progressista, poi dai gli ultimatum.

Antonio -Fai pure la vittima? Sono progressista, se fossi stato come il tuo Pietro, non starei parlando, ma ti avrei come minimo dato un ceffone. Ma sono civile, lo sai che non alzerei mai e poi mai le mani su una donna, ma voglio che tu sia sincera, cosa vuoi fare?

Marcella -Ma sai che ti voglio bene, non potrei fare a meno di te, ma Pietro è un’altra cosa.

Antonio-Cosa?

Marcella -Lui è sesso e basta, un passatempo.

Antonio -Bene però voglio capire, preferisci restare con un noioso marito e lasciare il tipo, o preferisci lui e lasci me?

Marcella -Domanda così brusca, non me lo sono mai posta, non voglio nemmeno pormela.

Antonio -Vorresti dire che tu continueresti questo tram tram ed io sopportare ogni giorno questa umiliazione?

Marcella -Ma quale umiliazione, potremmo essere una coppia aperta, ognuno con le sue esperienze, fuori di casa. Da progressisti.

Antonio -Sai quella vecchia canzone “il triangolo no, non lo avevo considerato”, credo che non sia proprio nelle mie corde. Diciamo che a questo punto sono io che sostengo la famiglia tradizionale, i nostri figli chiamerebbe babbo 1 e babbo 2?

Marcella-Ma che stupidate dici? Hanno un solo babbo.

Antonio-E lui chi è? Cosa ci farebbe nella nostra famiglia? L’intruso, Natale assieme, a cena dai tuoi? Insomma, voglio essere chiaro, devi fare una scelta, ma è chiaro se decidi di restare, lui fuori dalla tua vita, non come hai promesso a Cristian, per poi non mantenere. Non puoi dare ulteriori delusioni a tutti, soprattutto a lui.

Marcella -Dovrò pensarci, non è facile, se resto mi devo considerare una carcerata? In libertà vigilata?  Divieto anche per amiche?

Antonio-Non fare la vittima, non ti costringo a restare e non ti invito ad andartene, ma ad una decisione presa con tutta coscienza.

Marcella -Ma non ho capito la frase che dici se me ne vado. Io non ho nessuna intenzione di andarmene da questa casa. Se ci separiamo, la casa resta alla moglie.

Antonio -Ecco che ti volevo qui, resteresti solo per l’attico, non per me.

Marcella -Non esagerare, io parlo per sentito dire delle separazioni.

Antonio -Sappi che la casa è intestata a me ed avrei deciso di venderla in caso di separazione, con il ricavato ti darei la tua quota per comprarti un appartamento, così farò con la mia.

Marcella -Ma sei impazzito, una casa così bella la venderesti?

Antonio -Troppo costosa da mantenere, se devo passarti gli alimenti, non sarei in grado finanziariamente di sostenere le spese. Poi ti faccio un favore ti prendi un appartamentino e vai a vivere con Pietro, cosa vuoi di più dalla vita?

Marcella -Ma è sposato.

Antonio -Questa è bella ma non lo sei anche tu?

Marcella-Ma lui non vuole separarsi dalla famiglia.

Antonio -A me non importa cosa faccia lui, lo faremo noi.

Marcella -Non prendere decisioni affrettate, potresti pentirtene.

Antonio -Il problema non è che le prendo affrettate, ma il fatto che tu non vuoi affatto effettuarle, non perché sei indecisa, ma perché vuoi la bella vita che ti offro, casa compresa e divertirti con l’amante. Tutto qua, a me la situazione non sta bene, per cui la vicenda finisce qua. Appena la nube se ne va, mi trasferisco da mia madre. Ti lascio libera la casa, fino alla vendita, poi ognuno per la sua strada.

Marcella -Ma i figli a chi li lasci?

Antonio -Intanto non sono un pacco postale, io non li abbandono, lasciamo a loro la scelta di dove e con chi stare.

Marcella -Ma Cristian mi odia, voglio recuperare il rapporto.

Antonio -E lo recupereremo con la presenza di Pietro? Non vedi che è tutto sbagliato? Lascia che sia lui a decidere. Quanto a Chiara, so che vuole restare con me.

Marcella -Ma l’hai già plagiato?

Antonio -Ma non pensi che sia già una donna adulta che pensa per proprio conto? Credi che mesi di bugie e sotterfugi, siano piaciuti ai tuoi figli? Pensa invece a riconquistare il loro affetto, la loro stima di te, poi la situazione potrebbe evolvere diversamente.

Marcella -Ma mi considerate un’appestati da evitare? È assurdo, se fossi stato tu a tradire? Noi donne siamo da secoli costrette a subire le corna senza dire nulla in nome della famiglia.

Antonio -Non era giusto, ma proprio per questo oggi esiste il divorzio, ci siamo evoluti. Se fossi stato io, ma non lo sono, te lo avrei chiesto, senza troppi inganni. Una stretta di mano ed amici come prima.

Marcella -Ma ti rendi conto di che dolore mi avresti procurato?

Antonio -Ma non ti sembra di essere ridicola, pensi che per me sia una passeggiata in bicicletta, dopo tutti questi anni assieme, non pensi che sia un dispiacere enorme, una delusione? Possibile che tu non abbia nemmeno un po’ di sensibilità?

Marcella -Anche per me è un dispiacere lasciarci.

Antonio -Ma lo credi davvero?

Marcella -Certo che lo penso davvero, credi che non abbia un cuore? Per me resta una scelta difficile.

Antonio -Tu prima hai detto che Pietro è solo uno, se veramente fosse la verità dovresti scegliere tra uno svago e la noiosa vita di famiglia, comp4eso me che sono una noia, ma le cose evidentemente non stanno così, tu sei innamorata di quell’uomo, per cui la scelta diventa difficile, tra rinunciare all’amore ed una vita fatta solo di giorni odiosi che non hanno un senso. Ma ti capisco, sarebbe difficile anche per me, non credere. Ma io a questo punto ritengo che sia meglio separarci, me ne vado da mia madre per un po’ così ci pensi liberamente. Forse fra sei mesi un anno prenderai con tutta calma la tua decisione.

Marcella -Come fra un anno?

Antonio -Il tempo tra noi è meglio che passi con serenità, se tu mi dicessi adesso, torno con te, io proverei astio, sospetto, mi mancherebbe la fiducia e non sarei sereno, ma nemmeno tu, ti sentiresti in prigione, mi odieresti per averti fatto fare una scelta che rimpiangeresti. Non funzionerebbe e forse peggiorerebbe la situazione fra noi. Con il tempo, potresti essere tu a venirmi a cercare, di rimpiangere quello che è successo, per ricominciare, sarà difficile ma potremmo riprovarci, forse con il tempo, quando avremo maturato i nostri errori.

Marcella -Ma il tempo è inclemente. Perché non riprovarci ora, la fine è l’inizio e l’inizio è la fine, come un circolo.

Antonio -Il tempo non è circolare, quello che finisce, è finito, non esiste un ritorno. Se muori, non ricominci a vivere.

Marcella -Sei antiquato, per te il tempo è lineare, passato, presente futuro, tutto su una linea retta infinita, senza che nulla si incontri, che le vite siano parallele, che tutto sia fermo senza uno spazio, perché le cose possano cambiare, tutto perfettamente piatto.

Antonio -Guarda che non sono un terrapiattista.

Marcella -Ma non dire sciocchezze, non mi riferisco a questo, ma al fatto che il tempo sia curvo, che le masse si attraggono, che sia inevitabile che due persone finiscano per ritrovarsi, in modo diverso magari.

Antonio -Ma stiamo dicendo la stessa cosa, ma non ora, se il tempo come dici tu è curvo, prima o poi le nostre masse, le nostre esistenze si incontreranno di nuovo, ma in modo diverso. Chissà forse quando saremo vecchi e non avremo più tanto odio tra noi, ma compassione della nostra vecchiaia. Oggi la tua massa è attratta da Pietro ed io sono fuori dal tuo campo gravitazionale, per cui è meglio che rispettiamo le leggi della fisica.

Marcella -Adesso cosa c’entra la fisica con noi due?

Antonio -Sei tu che hai iniziato a parlare di Relatività, per me il fatto che tu mi hai tradito non è relativo, ma un fatto concreto, questo ha certo determinato un solco nei miei sentimenti, che come si suol dire non sono più attratto da te, come tu di me e questo non possiamo fingere che non sia così. Insomma, è meglio oggi che ognuno prenda una traiettoria diversa, poi se il tempo sarà clemente con noi, non escludo nulla.

Marcella -Vuoi chiudere qua ogni discorso? Sei insomma categorico, senza troppi preamboli?

Antonio-Esatto, dobbiamo incominciare a pensare oltre, a cercare le soluzioni migliori per il dopo, che spero non vorrai trascinare all’ultimo coltello.

Marcella -Sbranarci sulla divisione, che non voglio, non è mia intenzione, l’unico appunto è su questa casa, anni di sacrifici per aver avuto il massimo, per liquidarla in fretta. Mi sembra un sacrilegio.

Antonio -A me sembra un sacrilegio averlo fatto, aver speso la nostra esistenza a costruire tutto questo mondo effimero. Forse saremmo stati più felici con meno lusso e sfarzo, per cui per te oggi è difficile farne a meno. È vero quando dici che la fine è anche un inizio, per me lo sarà, ricominciare una vita con l’essenziale, il vero, tentare di essere felice con sentimenti reali, attorniato da solo cose utili, banali, via architetti, via quadri da galleria, oggetti assurdi per casa, purché firmati. Una casa dove non puoi muoverti per paura che un’opera d’arte si frantumi, divani bianchi dove non puoi stendere i piedi, perché si rovinano. Voglio essere libero da questi assurdi condizionamenti, poter appoggiare un bicchiere dove mi pare, senza dover rovinare un mobile pregiato. Basta non voglio più essere schiavo del lusso e di questa assurda casa.

Marcella -Ma tutto questo è la mia vita, anni di scelte, quasi fosse una mia collezione privata, come tanti che raccolgono oggetti, francobolli, bambole…

Antonio -A me tutti questi mobili, soprammobili, quadri non interessano, se vuoi puoi tenerli tutti tu, non fanno parte della mia vita.

Marcella -Ma stanno bene tutti in questo contesto, ma tu vuoi vendere la casa, cosa ne faccio io di tutto questo ben di Dio, se finisco a vivere in due stanze?

Antonio -Degli oggetti, non sarà affare mio, la casa, lo capisci che non ce la potremo più permettere, siamo obiettivi, con quello che guadagno devo mantenere te me ed i figli, abituati ad essere tutti quanti principi e principesse. A qualcosa si deve rinunciare e francamente un attico di 250 metri quadrati con piscina è troppo. Ognuno dovrà rivedere le proprie pretese, e questo non sarà un male per nessuno.

Marcella incomincia a piangere

Antonio -Non mi dire che piangi per questa casa? Ma se nemmeno tu sei felice qui!

Marcella -Io sono stata sempre felice di questa casa, è sempre stato il mio orgoglio, come se fosse un terzo figlio, creata, angolo per angolo con il mio gusto. Tutto ricercato, pezzo per pezzo come un sospiro della mia esistenza. Io e questa casa siamo la stessa persona, non è solo un edificio qualunque, sono io stessa.

Antonio -Vorrà dire che cambierai, tutti cambiano con il tempo, anche tu e la casa. Ricomincerai da un’altra parte e realizzerai una nuova esistenza.

Marcella -Sei crudele a dire così.

Antonio -Ti ci abituarci, si sopravvive sempre anche quando ti accadono tragedie, quelle vere, non questa. Perché la vendita di questo attico non è una tragedia, bensì una liberazione.

Marcella -Lo dici tu a cui non interessa, che la ritieni estranea, ma per me rappresenta la mia vita, anni di esistenza spesi a realizzarla.

Antonio -Capisco che tu, non avendo mai lavorato, hai riposto tutto il tuo impegno a renderla quella dei tuoi sogni, ma oggi la situazione è diversa, come dico tieniti tutto le suppellettili, ma alla casa ormai è deciso, la vendo.

Marcella -Crudele, la tua è una vendetta, vuoi farmi solo soffrire.

Antonio -Ci sono delle sofferenze molto più reali di questo. Il tuo è solo un capriccio insensato. Tornerai ad arredare la nuova casa da donna libera.

Marcella -Libera da cosa, avrò punto gli occhi di tutti gli amici che sussurreranno, ma guarda che fine ha fatto.

Antonio -Del giudizio degli altri, dei tuoi amici in specie non mi importa nulla.

Marcella -Già ma me sì.

Antonio -Sei più schiava della casa e dei tuoi amici che della famiglia. Di noi non ti importa nulla.

Marcella -Lo vedi che è una vedetta contro di me.

Antonio -Basta il capitolo si chiude qua.

Marcella -Inverosimile, assolutamente folle vendere questa casa, tutta la mia vita a realizzare questa che è una reggia. Non si rende conto di che cosa significa per me. Forse è vero che da giovane ho sbagliato a fare la scelta di fare la casalinga. Che anni di noia mi hanno portato a riversare il mio tempo a tutto ciò che è artistico, ma che c’è di male. Avrei dovuto forse la casalinga, tutta immersa nei fornelli, lasagne, carbonara e diventare una palla di lardo? È questo che voleva di me? O trasgredire all’immenso potere di questa società maschilista, questo non è concesso, tutti progressisti, ma in fin dei conti non si vogliono cambiare i ruoli, io mi definisco una casalinga dedita alla cultura, si perché collezionare opere d’arte è pure lei cultura, avere oggetti firmati è cultura, gusto del bello è il mio modo di esprimermi con arte.

E poi, che ne dicano della parità di genere, le mie amiche, quelle impiegate, che tutti i giorni si vestono da manager, tailleur e scarpe con tacchi, che se ne vanno in ufficio, tutte fughe, ma che carriera hanno fatto? Siamo realistiche, dopo venti anni sono ancora impiegate, nessuna è diventata dirigente, o ha una carica importante. Sono stupide? No, sono solo femmine. Hanno tutte visto promuovere le carriere di uomini mediocri, ma mai la loro. Ci dispiace sei in gamba, ma sai la maternità, ne riparliamo dopo, cioè mai, anche quando ormai sono in età non più da fare figli, poi sono troppo anziane e ci vogliono persone rampanti, ovvero altri uomini.

Avrei fatto anche io la stessa fine, da frustrata, peggio che restare a casa, almeno mi sono goduta la libertà, ho scelto io come spendere il mio tempo. Loro, nemmeno questo piacere, poco tempo per ogni cosa, per la casa per i figli, cresciuti in mani di altri, asilo, nonni. Stanche, sfasciate anzitempo, invecchiate senza mai essere state giovani e perché? Per la vana illusione che un giorno il loro lavoro fosse premiato, quello che resta loro è solo frustrazione, rimpianto per non aver vissuto.

Almeno io non sono stata sfruttata, sì perché una donna per emergere deve lavorare tre volte di più, essere concentrata e non superficiale, ciò nonostante non basta, non basta per avere gli stessi diritti degli uomini, anche solo il medesimo stipendio, nemmeno quello.

Poi fanno tutti i progressisti, ma le cose non cambiano mai, tutti parlano a favore, tutti sprecano fiumi di carta, begli articoli di giornale, ma la realtà è che le donne, per la sola maternità, non hanno e non avranno mai la stessa considerazione di un uomo.

Potrei dire di essere stata vigliacca per non aver intrapreso come molte altre, la via dell’uguaglianza, quella vera, ma in fin dei conti perché rovinarmi la vita per false illusioni?  Combattere contro un sistema maschilista, che non lascerà mai il suo potere, a cosa sarebbe servito? Come dire mi sono goduta la vita fin qui, fregandosene di tutte le angherie, le menzogne sulla parità, preferendo la mia libertà. 

Non rimpiango proprio nulla, io non ho sprecato il mio tempo come le mie amiche, oggi disilluse, non ho riposto speranze in una carriera che non sarebbe mai nemmeno iniziata.

Miseria, torniamo a parlare di inizio, o meglio di fine del mio matrimonio e poi cosa sarà di me, in questa casa, quasi museo, avevo la mia base di rappresentanza, dove amici e conoscenti hanno apprezzato il mio talento artistico. Se sarò destinata ad un insignificante appartamento di periferia, come potrò continuare ad essere quello che ero qua? Cosa diranno questi, che sono caduta in disgrazia? Che il merito del mio talento è di aver sposato un uomo benestante che mi ha reso la vita facile? Un uomo, al limite di sopportazione, un mezzo cavernicolo, che non ha mai compreso il mio spirito artistico, che considera tutte queste opere, pura paccottiglia, degne di un mercatino del vintage. Penseranno che sia stato facile per me convincere questo uomo banale, ad investire nelle mie idee. Quello stesso che oggi pretende di distruggere tutto, che mi dice tieniti tutto, questo santo Gral, non conta niente. Come avrò il coraggio di invitarli nella nuova casa, nello squallore di una modesta periferia, dove magari i vicini di casa, quelli della porta accanto potrebbero essere dei semi selvaggi. E le vacanze in Sardegna, sarò sulla bocca di tutti, lo zimbello delle male lingue, “poverina si è lasciata in mano modo con il marito, invitiamo, mi fa così pena tutta sola”.

Io non voglio fare pena!

Lui mi direbbe, te lo sei cercato perché non hai lasciato l’amante?

Che ne sa lui se lo amo o se è uno svago alla noia del mio matrimonio?

Forse non lo so nemmeno io, cosa sia Pietro per me. Mi affascinata con la sua parlantina da politico, sempre pronto a dare una risposta, alla sua fede cieca al partito, ai suoi ideali, alle campagne proposte. Sempre sicuro di quello che dice e che fa per esso, alle critiche mosse agli avversari, pusillanimi e piagnoni. Insomma, un uomo che si fa notare, nel privato e nel pubblico.

Era inevitabile che io finissi per esserne travolta, abituata con uomo invisibile in casa. Un essere vivente con ideali, profondamente convinto di essi, affascinante, eleganza che trasmette a tutti gli interlocutori.

Io, non altre donne sono stata la sua preda, corteggiata, mi ha fatto sentire di essere ancora una donna, che seduce, che conduce i giochi del corteggiamento, perché anche del sesso.

Si è inserito nel mio modo di essere, ha apprezzato me, il mio senso artistico, discreto ha condiviso con me amici, conoscenti, persino i miei genitori lo stimano e lo hanno introdotto nel loro mondo, più del loro genero. Ormai è il centro del mio universo, forse io stessa sono diventato un satellite di esso, ovunque mi trovi, lui è già presente, al centro dell’attenzione di tutti. Sono fiera di lui, di come mi ha forgiata per esserne la sua musa ispiratrice.

Mio marito, sostiene che sono diventata amorale, ma come fa lui a giudicare, nella sua ottusità cosa sia la morale, Pietro sostiene che deve nascere una morale diversa, nuova, che sia obbligo del partito, trasmetterla a tutti, che le nuove idee devono modificarla e renderla confacente agli ideali della politica moderna. Mi affascinata anche questo suo porsi direi quasi da filosofo.

Il consorte, appena ho accennato ad uno di questi ideali, mi ha martellato, voleva far di tutto per passarmi per scema, lui le cui uniche idee sono i suoi clienti, i loro conti, le loro aziende. Non ha mai visto nulla al di fuori di questi, non ha mai partecipato ad una conferenza, né di arte, né di politica. Un ignorante totale, come ho mai potuto sopportarlo tutti questi anni?

E poi come parla Pietro, incanta, affascina, potrebbe leggere l’elenco telefonico, sarebbe pure interessante anche in quello, la sua scuola di partito lo ha trasformato nella parlantina, così mi ha detto.

Marcella -Ciao tesoro sei tu? Stavo proprio pensando a te, scusami per prima ma ero con mio marito. …silenzio… ah questa nube non la sopporto più, non poter uscire, non vederti. … sai poi dover stare in casa, oggi sta succedendo di tutto, i miei figli hanno spifferato a mio marito che ho una relazione con te, non ti dico i suoi noiosi discorsi moralisti. … Però non tutto il male vien per nuocere, mi ha chiesto la separazione, o meglio va a vivere dalla madre, così saremo liberi di vederci senza più nasconderci. … Ma sì tua moglie non vuoi che lo sappia, ma non hai detto che anche tu vuoi separati? Si potrebbe finalmente andare a vivere assieme. … Cosa c’entra il partito? … Non vuoi creare scandalo? Ma da quando una separazione od un divorzio è uno scandalo, ormai una coppia su tre si lascia. … Cosa? No dai non mi dire che adesso per le idee della vostra coalizione è importante sostenere la famiglia tradizionale è non puoi separarti? … La carriera politica, adesso è più importante di noi due? … Ho capito che mi ami, ma viene prima la tua ascesa nazionale, è più importante candidarti alle Camere, non vuoi creare scandali per perdere consensi. … Ed io? … Vuoi portarmi a Roma con te? Sarebbe fantastico, ma poi lasci tua moglie? No, la lasci qua in città con i figli? Si intendevo legalmente, così mi sembrerebbe che tu voglia portarmi a Roma solo come amante.  … Con il tempo, ma quanto? Ok, non sono nemmeno io separata, non metto il carro davanti ai buoi, ma pensaci, potrei essere la tua musa in società. … Lo sono già e grazie per dirmi che non potresti fare a meno di me, lo sai che io ho i giri di conoscenze giuste. … Hai bisogno di incontrare i miei amici imprenditori, per finanziarti la campagna elettorale, vuoi che ti organizzi una cena? Certamente, appena se ne va questa nube, tutto quello che vuoi. … in casa mia? Questo sarà difficile, sai con mio marito, non penso sia il caso che tu venga qua. Poi sai quel disgraziato, la vuole vendere questa casa. … Perché dici che non ha importanza? Vuoi uomini non capite che questa casa è la mia identità, l’ho abbellita tutta con le mie idee. Dal conte Federici, perché proprio lui? Vuoi che ci sia tutta la élite della città, va bene, faremo lì la cena. … Vuoi una cosa esagerata, di cui parlino tutti i giornali, vedrò di invitare anche dei giornalisti. Ma una domanda perché proprio il conte, sai della sua fama, dicono che sia massone. … Perché lo cerchi proprio per quello?  …  Non è troppo pericoloso affidarsi a certe raccomandazioni? … Molti politici lo fanno, va bene, vuoi essere tu e non un tuo avversario, però stai attento, dopo questa gente vuole essere ricambiata. …  Che intendi dire, tanto lo sanno che sono solo promesse elettorali e che non si aspettano nulla dopo. Non è bello per gli elettori, specie per chi si è speso per te. … Loro non sono ingenui, perché l’elettore normale è stupido? … Ma I massoni fanno il loro interesse, sei convinto che non rivolgiamo i favori? Beh, ti saluto, sento un po’ di movimento in casa, non vorrei per oggi altre discussioni, sai mio marito mi ha fatto una testa così per la separazione, sai lui è un testardo, moralista e bigotto. Va ben ti saluto, ci sentiamo più tardi.

Marcella chiude il cellulare e lo rimette in tasca.

Marcella -Ma te lo immagini se vado a Roma con lui? Che esperienza fantastica, finalmente via di qui, posso persino fregarmene di questa casa, magari andiamo a vivere in un appartamento vista Colosseo o a piazza Navona. Chissà che invidia le mie amiche, che bava alla bocca per Antonio che mi crede un’idiota.

Poi finalmente libera di fare quello che voglio, senza farmi sentire in colpa, perché è quello che vuol fare Antonio rendermi una banale peccatrice, ma io non provo senso di colpa, proprio no, anzi per la prima volta in vita mia sono felice, amare un altro uomo non è un delitto.

Non devo sentirmi una reietta se sogno di andare a Roma come una leader, venerata nei salotti che contano, con i giornalisti che ti fermano per interviste, musa di un politico emergente.

Non voglio essere costretta a restare prigioniera di questa insulsa vita che ho fatto finora, che divorzio sia, prima ci togliamo questo funereo matrimonio, prima incomincerò a vivere.

Cristian -Che fai qua papà e Chiara ti stanno cercando.

Marcella -Avevo bisogno di stare sola, ma perché mi cercano?

Cristian -Non lo so ma anch’io avevo bisogno di cercarti, volevo farti vedere questo.

Marcella -Ma che cosa è perché ti citano in Tribunale?

Cristian -È un atto di comparizione sono accusato di stupro di una minorenne e di aver postato sul web il filmato dell’abuso.

Marcella -Cosa ma sei impazzito, cosa hai fatto? Vuoi farci morire di infarto?

Cristian -Io non ho fatto proprio nulla, o meglio, sai la festa a casa di Roby, un mese fa, ci sono andato con la mia ragazza, poi ad un certo punto ci siamo appartati. Non abbiamo fatto un gran che, insomma, ci siamo messi in una camera da letto, abbiamo iniziato i primi approcci, eravamo un po’ spogliati, ci baciavano e qualcuno è entrato nella camera, senza che sentissimo ed ha iniziato a riprenderci con il cellulare. Quando ci siamo resi conto, ho inseguito quel cretino, ma non sono riuscito a prendergli il cellulare. Quell’idiota ha iniziato a mandare in giro il video, che non è porno, sui cellulari e sui social. Quando sono venuti a saperlo i genitori della mia ragazza, è successo il finimondo ed hanno sporto denuncia. Ma la cosa assurda è che sono stato chiamato solo io in tribunale.

Marcella -Come sarebbe solo tu? E chi ha fatto il filmato?

Cristian -È il figlio del tuo amico Pietro, che credi siano pazzi, denunciare il figlio di un politico? Sanno bene che verrebbero crocefissi vivi.

Marcella -Ancora quello con cui hai fatto a pugni?

Cristian -Si, quell’idiota, proprio lui.

Marcella -Dobbiamo trovare subito un bravo avvocato, non c’è tempo da perdere.

Antonio -Un avvocato per il divorzio?

Marcella -Ma che stupido, cosa vuoi che me ne freghi del divorzio, guarda qua.

Antonio -Non capisco.

Marcella -Tuo figlio è stato filmato mentre limonava con la ragazza ad una festa ed è stato denunciato dai genitori della stessa per stupro e per aver diffuso il video sui social.

Antonio -Ma come è possibile, ma cosa hai fatto? Ma chi frequenti?

Cristian -Io non ho fatto niente, non abbiamo nemmeno fatto sesso, eravamo spogliati e basta, non ci siamo accorti che qualcuno era entrato in camera e ci stava firmando.

Antonio -Ma perché denunciare te e non quel porco che filmava?

Cristian -Perché è Sebastian, il figlio di Pietro, il figlio di un politico lo capisci?

Antonio -Capito tutto. E adesso cosa vogliono i genitori, presumo un risarcimento, immagino che vogliano da noi soldi per chiudere la faccenda.

Cristian -Non lo so perché la mia ragazza, non risponde più al telefono.

Antonio -Gli avranno proibito di parlare ancora con te, mi sembra il minimo. Ma c’è modo di parlare con i genitori, insomma qua si tratta di rovinare la vita ad una persona, quando la responsabilità principale è di un altro.

Marcella -Ma cosa vuoi parlare con questi, se vogliono solo soldi, rischi solo di cadere nel ricatto, meglio far parlare un buon avvocato.

Antonio -Ma chi cerchiamo?

Marcella -Potrei chiedere a Pietro.

Antonio -Ma sei pazza, pur di scagionare suo figlio manda il nostro in galera. Piuttosto con l’avvocato che assumeremo denunciamo quel Sebastian.

Cristian -Adesso sei tu il pazzo papà.

Antonio -Non del tutto, se scagionato il figlio del politico che ha commesso questo odioso filmato, lasciano stare pure te che ne sei vittima involontaria. Insabbiano tutto, come succede sempre in questi casi.

Marcella -Ma non posso fare questo a Piero, proprio adesso che incomincia la campagna elettorale.

Antonio -Stai scherzando? A tuo figlio anteponi la campagna elettorale di quel parassita?

Marcella -Che vocaboli, ho una vita anch’io un giorno potremmo essere compagni, se venisse eletto mi vuol portar3 a Roma con lui.

Antonio -Bene, ma dopo che Cristian sarà uscito da questa brutta vicenda, con o senza il tuo politico.

Marcella -Tu lo fai per ripicca, perché ti ho tradito.

Antonio -Cosa vuoi che mi interessi ora, mi interessa solo mio figlio, visto che a te importa di più quella persona, causa di tutti i suoi guai. Non che non se li sia cercati i guai bene inteso.

Marcella -Adesso te la prendi con lui che è una vittima?

Cristian -Io non c’entro.

Antonio -Scusa sai ma in una festa con centinaia di persone ti apparti con la ragazza senza un minimo di privacy? Dove avete la testa voi giovani?

Cristian -Lo stavano facendo tutti!

Antonio -Gli amici fanno una cosa sbagliata allora lo devi fare pure tu? Devi sempre avere rispetto per la ragazza con cui sei in coppia, non dovevi esporla a rischi, soprattutto quando hai a che fare con amici deficienti.

Cristian -Non pensavo che arrivassero a tanto.

Antonio – Maturare un po’? Pensi che tutti là fuori siano tutte brave persone? Che la vita non sia una giungla pronta a farti a pezzi, purtroppo si deve stare attenti, non cadere nelle trappole.

Cristian -Hai ragione, non pensavo che Sebastian fosse dietro la porta per vendicarsi dei pugni che gli avevo tirato, peraltro meritati. Perché non sono pentito di averlo menato, quello no, ma per la mia ragazza sono afflitto, le voglio bene e non meritava che quel video finisse ovunque screditandola. Non mi vuole più parlare ed ha ragione, dovevo ascoltarla, di stare più con lei che con gli amici. Ma a tutto questo come rimedio? Maledetta nube, se potessi uscire di qui ed andare a parlarle!

Marcella -Ma credi che la sua famiglia te lo permetterebbe? Se ti vedono imbracciare un fucile a pallettoni.

Cristian -Perché non la chiamate voi con il vostro cellulare e me la passate per permettere di parlarle.

Antonio -Non facciamo ulteriori stupidate, sentiamo un avvocato, che se la sbrighi lui, rischiamo solo di peggiorare la situazione. Provo a sentire Emilio che cosa mi consiglia.

Marcella -E chi è?

Antonio -Un mio cliente, uno di quelli che contano, saprà a chi indirizzarmi.

Marcella -Io sentirò Donatella, lei conosce tutti.

Antonio -Non credi sia meglio che tutte le tue amiche non ne sappiano nulla? Sai i pettegolezzi sono una brutta cosa, nel giro di 2 giorni, Cristian è lo stupratore, lo saprebbe tutta la città. E tu usciresti da tutte le cerchie di amicizia, golf compreso.

Marcella -Le mie amiche non sono così, ma per prudenza senti questo Emilio.

Antonio -Tu Cristian non ne parlare con nessuno, silenzio assoluto.

Cristian -Ma ormai, lo sanno già tutti a scuola, preside compreso.

Antonio -Sarebbe a dire?

Cristian -Che sono stato sospeso e quindi perdo anche questo anno scolastico. Poi gli amici sono già stati avvisati dai genitori della mia ragazza. Solo i miei 3 o 4 amici più stretti mi appoggiano, gli altri mi hanno voltato le spalle, mi considerano un delinquente appestato. Anzi un gruppo di loro, sono diventati pappa e ciccia con Sebastian, sono diventati i suoi lacchè. Non mi stupirei che al processo questi andassero a dire che sono stato io a chiedere di essere filmato

Antonio -Faremo ricorso anche a questo, ma domanda Sebastian è stato sospeso a scuola?

Cristian -C’ero che no, lui non ha preso una denuncia.

Antonio -Faremo ricorso, non preoccuparti, se non hai mentito i voti erano buoni.

Cristian -Si avevo la media del 7.

Antonio -Bene, rimetteremo le cose al loro posto. Ma, so che tu non hai chiesto di essere filmato, ma ci sarebbe qualcuno che potrebbe testimoniare a tuo favore, inteso non falsa testimonianza.

Cristian -Luca mi ha visto rincorrere Sebastian mentre urlavo di darmi il cellulare, gli insulti li hanno sentiti tutti i presenti, poi due suoi amici mi hanno bloccato mani e braccia e buttato a terra salendomi con le ginocchia sul corpo, quando ho tentato di prenderglielo, mentre lui ha iniziato a far girare il filmato. Solo Luca potrebbe testimoniare per me, gli altri tiravano tutti Sebastian in quella sala.

Antonio -Hai pure subito violenza da quella gente, ma quanti erano queste bestie?

Cristian -Una trentina di ragazzi ed altrettante ragazze.

Antonio -E se puntassimo sulle ragazze invece? Far passare l’idea e se un giorno lo facessero a te? Se venisse pure menato chi ti difende?

Marcella -Ma pensi che tradirebbero il loro ragazzo?

Antonio -Qualcuna no, ma qualcuno potrebbe iniziare ad avere paura del branco, perché di questo si tratta, singolarmente i ragazzi non sarebbero cattivi, ma l’idea di far parte di un gruppo di una band li rende orgogliosi, ma quando questo si trasforma in un feroce branco, diventano tutti pericolosi, fedeli al mito, tenderanno a far cerchio intorno a sé ed a difendersi vicendevolmente, soprattutto con le menzogne, facendo passare Cristian per bugiardo. L’unica possibilità di far uscire la verità è cercare gli anelli deboli, le ragazze più sensibili o quelle più indipendenti.

Marcella -Branco, ma cosa dici, tu semplicemente brancoli nel buio.

Antonio -E tu prendi tutto per oro colato tutto quello che dice quel parassita.

Marcella in tono arrabbiato -Intanto lui, non quello, dopo le elezioni mi porterà a Roma, frequenterò la gente che conta, i salotti importanti, non avremo più bisogno di un avvocato per Cristian.

Antonio -Ma tu ci credi davvero? E la moglie ed i figli dove li lascia? Pensi che arrivato ai vertici politici e di partito, rinunci a tutto per non dare scandalo? Proprio loro che fondano la loro campagna sulla famiglia tradizionale? Come fai a credere a queste favole?

Marcella -Non sono favole, vedrai dove arrivo.

Cristian -Basta litigare fra di voi, non serve a nulla.

Antonio -Hai ragione dobbiamo pensare solo a te e a Chiara.

Marcella -Cosa c’entra Chiara adesso, lei almeno è responsabile.

Cristian -Perché io non lo sono, ma lei è incinta.

Marcella -Ma che stai dicendo, sei impazzito?

Antonio -No Chiara è in ritardo con il ciclo e pensa di essere incinta.

Marcella -Santo cielo ci mancava pure questa! Lo sapevate tutti tranne me?

Antonio -È tutta la mattina che io e Chiara cerchiamo di parlarti, ma sei sempre in fuga.

Marcella -Muoio, vado a prendermi un tranquillante altrimenti esplodo.

Antonio -Cristian stammi vicino, segui quello che ti consiglio di fare o meglio quello che ti dirà di fare l’avvocato. Dobbiamo restare lucidi e connessi alla realtà.

Cristian -Vuoi dire che mamma è fuori di testa?

Antonio -Non me lo permetterei mai, ma sai dicono che innamorarsi è un po’ come impazzire, non si vede più il mondo della realtà, ma poi passa, crudelmente si ritorna alla verità. Anche lei, dopo le illusioni, rientrerà in sé.

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