STELLA DI MARE di Anna Maria Costa (parte prima)

genere: ROMANCE

CAP. 1 – LA NOTTE È FATTA PER DIVERTIRSI

La luna spesso fa vedere le cose in una strana prospettiva e con la sua faccia sorridente, sollecita curiosità e avventura.

Lei però non ci stava ad uscire da sola con lui dal locale ‘Sporting’ dove si stava divertendo a ballare con altre amiche.

Sapeva che poteva mettersi nei guai e non voleva che in pochi istanti si potesse rovinare quel mondo fiabesco profumato di dolci parole e tenerezze che le apparteneva profondamente e che ancora le faceva sognare l’amore da incontrare.

L’atmosfera che si era creata quella sera però era magica: la luna sul mare, la musica di Fred Bongusto che cantava dal vivo ‘Una rotonda sul mare, il nostro disco che suona. Vedo gli amici ballare …’, luci soffuse e profumo di salsedine rendevano tutto molto romantico.

Un ballo lento sulla pista portava a nostalgie e amabili effusioni. Non servivano tante parole per capirsi a meraviglia.

La brezza del mare arrivava dolcemente, le onde s’infrangevano sulla riva con il loro sciabordio e dalle vetrate aperte del locale da ballo si sentivano rumoreggiare vicine.

Lei era giovane, carina, tanto desiderosa di conoscere la vita e il suo cuore era in pieno subbuglio abbracciata a lui.

Era felice e innocente con la sua pelle leggermente abbronzata messa in rilievo da una canottierina bianca di pizzo su un’ampia gonna celeste lunga fino alle caviglie. 

Il mondo intorno a lei era un incanto, mentre ballava con questo ragazzo che l’aveva invitata prima con lo sguardo e poi pregata a lungo perché salisse con lui sulla pista per poterla stringere dolcemente tra le sue braccia in mezzo alle tante persone di quella sera.Il contatto con lui le aveva creato grande emozione e lo sentiva forte e determinato.

Ogni tanto lui l’attirava a sé con un abbraccio più stretto, ma poi la lasciava con la speranza che fosse lei a rimanere stretta nelle sue braccia.

Il cuore le batteva all’impazzata.

Momento magico che si era interrotto con la fine della canzone e lei se n’era tornata quasi correndo sul divanetto dalle amiche prima ancora che lui potesse dirle una qualche parola.

Non lo guardava più per la timidezza e anzi gli girava le spalle rimanendo nella tensione più completa e tutta sudata per l’emozione, tanto che aveva deciso di ritirarsi nella toilette per rinfrescarsi un po’.

Il mare, intanto, con le sue profondità e i suoi misteri notturni era sempre più romantico con la luna che vi si rispecchiava trascinata dalle onde fino a riva.

CAP. 2 – UN CUORE DAI RITMI DIVERSI

A sedici anni sembrava che tutto la interessasse e la coinvolgesse.

Le chiacchiere con le amiche da cui uscivano emozioni, paure, confidenze, cose banali e senza un perché, scambi di opinioni, ma anche nuove idee e pensieri liberi che rendevano la sua giornata più serena e leggera.

Teneva sempre in grande considerazione anche i consigli delle persone che amava e che le raccomandavano di essere gentile e generosa, di lavorare e non lamentarsi, di stare attenta alle amicizie e soprattutto a chi non conosceva, di divertirsi senza esagerare.

«Se ti piace qualcosa compralo pure, ma cerca anche di risparmiare un po’ di soldini che ti serviranno durante l’anno» le diceva sua mamma.

In generale, con le persone non aveva problemi, le piaceva conoscerne di nuove e in loro vedeva subito il lato buono con cui costruire un rapporto di fiducia.

C’era pure chi riusciva a confonderle la mente e faceva discorsi strampalati, ma non aveva importanza, lei si allontanava piano piano da loro e non li teneva più in considerazione. La loro insensibilità le dava fastidio, anzi le procurava insofferenza, ma sapeva sbrigarsela da sola non prestando loro più alcuna attenzione.

Il desiderio di libertà era grande in lei, ma doveva imparare ancora tante cose e capire cosa volesse dire per lei questo senso di libertà: a volte si sentiva libera nel frequentare tanta gente e conoscere cose nuove, mentre altre volte significava indipendenza lavorando e guadagnando. Oppure era autonomia riuscendo fare tutto da sola, ma per un seppur minimo problema che l’affliggeva le sembrava di perdere quella pace interiore che la faceva sentire così libera.

Non le mancava mai la curiosità di conoscere mondi diversi, l’energia che c’era intorno a lei quando il mare si faceva grosso o il cielo prometteva un temporale, le dava forza e un senso di immensità.

A volte seguiva le regole convinta di essere nel giusto, poi di colpo scattava la sua creatività e come una scintilla le portava cose irrazionali e belle che avrebbe voluto fare fuori dagli schemi, ma bastava che qualcuno la chiamasse per qualche banale motivo e tutto nella sua mente scompariva in pochi secondi.

Quel geniale momento finiva nel nulla, mentre qualcos’altro la coinvolgeva e la emozionava.

Anche il suo cuore aveva ritmi diversi. Aveva il suo sole che lo riscaldava e la sua vita imprevedibile, qualcuno che arrivava e qualcun altro che se ne andava, qualche telefonata, qualche invito, entusiasmi inimmaginabili e tristezze altrettanto forti. Aveva belle amicizie con cui parlare di cose che non avrebbe detto a nessun altro. Aveva qualcuno che la considerava eccezionale e altri un po’ pazza.

A dire la verità lei avrebbe voluto essere solo sé stessa, con le sue fantasie, con i suoi ideali da rincorrere, le sue emozioni da custodire e i suoi sogni da coccolare.

Occuparsi pure della vita quotidiana non sempre era facile con gli studi liceali complicati e la sua famiglia da aiutare.

Ecco perché pensava che il mare le potesse riservare un po’ di svago, ma anche tante novità e promesse di felicità: emozioni, passione, amore.

Tutto questo lo si poteva trovare nelle sue poesie e nel suo diario, compagno fedele fin da bambina.ù

CAP. 3 – SPIAGGIA E SOLE

Giornata libera dal lavoro per lei (era andata in Versilia per lavorare e ritagliarsi nello stesso tempo qualche momento di vacanza) col desiderio di passarla sulla spiaggia al sole e in acqua per un bel bagno, lasciando che i sentimenti non rimanessero come di solito confinati nel suo animo, ma anch’essi potessero uscire allo scoperto per vivere felicemente.

Le onde intanto sfioravano dolcemente la riva, dove lei aveva steso un telo su cui si era seduta per respirare profondamente quel profumo vitale di mare e per sentirsi parte di quel tutto che era un ambiente bellissimo e armonico.

Alle nove del mattino la spiaggia era poco frequentata, ancora liscia e non dissacrata da migliaia d’impronte.

Le parole della gente le giungevano come suoni lontani e il profumo era solo di salsedine e di pini marittimi.

Non circondata da nessuna persona, si sentiva libera e felice, quasi rapita da quest’atmosfera di pace e serenità.

Come una sfida a quella tranquillità ecco però che all’improvviso l’assaliva tutto quel vortice di passione e di desiderio d’amore che aveva nascosto nel profondo del suo cuore cercando di non farlo trapelare all’esterno.

Cosa le stava accadendo?

Momenti incontrollabili la rendevano fragile e nervosa, svagata e cuore caldo, un po’ pretenziosa nell’aspettarsi una storia d’amore nella misura in cui lei si sentiva pronta a offrirne, sorridente e battagliera, desiderosa di tempi accelerati per diventare grande perché lei si sentiva grande e matura ma i suoi sedici anni le dicevano il contrario.

E giusto per far chiarezza sulle emozioni, quell’amicizia era pronta a diventare amore? Era quello un traguardo che voleva raggiungere?

Basta pensieri, qualsiasi cosa le poteva offrire spunti di riflessione ed ora era stanca di pensare.

Un’ora al sole le era bastata e raccolto telo e zainetto, aveva deciso di passeggiare sul bagnasciuga in cerca di conchiglie per rilassarsi un po’.

Sulle spiagge del Tirreno non ce n’erano molte, bisognava arrivare fin sotto il pontile di Viareggio per trovare pettini, re e regine.

In contemporanea a un’onda, aveva trovato subito qualche piccola madreperla e l’aveva acchiappata veloce prima che il mare se la riprendesse.

Aveva camminato a lungo e il sole già alto nel cielo scottava parecchio, tanto che i bambini erano già vicini all’acqua per costruire i loro castelli di sabbia con un po’ di frescura.

Allora si era fermata per un bel bagno, e il mare le era venuto incontro quasi per rapirla trascinandola dove non si toccava per metterla alla prova.

Lei non sapeva nuotare benissimo e appena le mancava la sabbia sotto i piedi aveva un po’ di paura che, però cercava di superare non perdendo di vista la riva.

Che meraviglia il mare, era come rinascere, era come far parte dell’universo.

Muovendosi lentamente nelle sue onde, lei guardava affascinata quella distesa d’acqua senza fine.

CAP. 4 – TRASGRESSIONE

Intorno a lui giravano un sacco di donne di ogni età, senza rivalità però, semplicemente come i satelliti girano intorno al sole.

In questo modo lui si sentiva bello, importante, coccolato e la trasgressione gli piaceva tanto.

Era esaltante questo sesso senza legami che ‘come una fatica sportiva’ si concludeva a tarda notte e bastava una bella dormita per ritornare arzilli come prima.

Erano piacevolissime serate tutte movimento e attività, battute divertenti, grande sorriso scanzonato, un cocktail in mano, dolci parole fino ad arrivare alla conclusione … nel suo capanno sulla spiaggia.

Lui gestiva tutto con tanta leggerezza e divertimento, senza pretese, ma convinto che tutte le donne volessero solo sesso e che lui fosse nato per accontentarle.

Di giorno lavorava come bagnino, nel tempo libero usciva in mare con la barca a vela e la notte era divertimento.

Sembrava fosse obbligatorio nell’estate al mare baciarsi, abbracciarsi, fare l’amore, trasgredire.

Mai un attimo di silenzio.  Mai un momento per fermarsi e pensare. Mai approfondire un sentimento. Mai conoscere veramente una persona.

Tutto meccanico, tutto di seguito, tutto superficiale.

Tutto l’ordine della vita da rovesciare solo per divertirsi e sfogarsi.

Per lei, data la sua giovane età, tutto questo era privo di significato.

Assurdo.

CAP. 5 – LE COSE SONO PIU’ BELLE SE IMPOSSIBILI

Come continuare a pensare a lui, una persona così lontana e diversa da lei, dal suo modo di agire, di comportarsi, di vivere?

Come non apparire impacciata, insicura e forse anche ridicola con la sua semplicità davanti a tanta sicurezza mostrata da lui che la sapeva ipnotizzare con lo sguardo e prendere per mano deciso a dare ‘un tocco di brio’ alla sua vita?

Lei che avrebbe voluto conoscerlo parlandosi e raccontandosi le loro storie.

Lei che credeva nel potere delle parole per costruire un rapporto, magari anche di amicizia sincera dato che tra loro era scattata una scintilla di dolcezza.

Lei che era romantica e credeva negli incontri dove possono trionfare i sentimenti in un’atmosfera unica e magica e non in notti frenetiche e illusorie che lasciano vuoti di sentimenti senza pace.

Imbronciata non riusciva comunque a toglierselo dagli occhi e lo vedeva bello, abbronzato e profumato in balia delle sue folli serate e delle sue nottate sempre accompagnate da donne. E ne era quasi gelosa.

E poi arrivava alla considerazione che la distanza da lui fosse l’unica soluzione, meglio alzare subito un bel muro di protezione che servisse a tenerlo lontano e continuare a sognare da sola.

Forse le cose però sono più belle proprio quando sembrano impossibili.

CAP. 6 – LIBERA COME UN GABBIANO

Lei, oggi, preferiva la scogliera, dove s’infrangevano le onde che con il loro movimento erano più simili ai suoi pensieri e alle sue inquietudini.

Da lì osservava il mare e pensava a sere precedenti e al profumo di quelle braccia piene di passione che l’avevano stretta a sé e il suo cuore s’infiammava.

Certamente c’erano tante altre cose interessanti da fare al mare senza avere sempre quel pensiero fisso, ma il desiderio di sentirlo vicino, la faceva tremare dentro e la turbava.

Se la ragione le diceva che non era un bene, d’impeto lei l’avrebbe voluto accanto.

Pur sapendo che più che un amore che nasceva era un ostacolo all’amore e pesava come un macigno. Senza vederlo però era triste e piena di malinconia.

Mentre cercava di alleggerirsi da tutti questi pensieri, i gabbiani le giravano intorno, bianchi e misteriosi, in cerca di cibo.

Sospesi nell’aria o sfiorando il mare, nel caldo sole di luglio, volavano con tanta facilità stridendo nel cielo.

Lei però assomigliava di più a quel gabbiano solitario che si lasciava cullare dal mare e non pensava al cibo, non sognava di volare, ma era libero di vivere.

Anche lei, tutto sommato, era libera di pensare a lui o ricacciare quel pensiero, libera di incontrarlo o no.

Aveva in mano la sua vita e non aveva paura di essere felice, anche senza di lui.

CAP. 7 – UN PANINO

Affondando i piedi nella sabbia che bruciava, lei, saltellando, stava risalendo dalla spiaggia per fare un fugace pranzo e ricominciare poco dopo il lavoro.

All’improvviso se l’era trovato davanti sorridente, quasi l’aspettasse.

Era tenero e dolce tutto ripulito, i capelli fino alle spalle, bagnati, pettinati all’indietro, in maglietta e calzoncini corti.

Guardandola negli occhi era felice di averla sorpresa e ammutolita.

«Ho un’ora di tempo per un panino e vedendoti da lontano che tornavi dalla spiaggia, ho pensato di passare questo tempo con te!»

Poi l’aveva presa per mano e l’aveva portata in un piccolo bar in una viuzza laterale rispetto al lungomare.

Tranquilli al fresco avevano ordinato un panino e una coca cola.

«Ma sei senza parole» le diceva lui «Devo fare lo scemo per farti sorridere? Guarda che lo posso fare, sai?»

Lei era sfinita e non dell’umore giusto per impegnarsi in una conversazione, ma lui scherzosamente le faceva tante inutili domande che alla fine l’avevano rallegrata e le era venuto spontaneo stare al gioco. 

«Tu ti ricordi di me? Io mi ricordo bene di te, la prima ragazza che fugge da me e non mi vuole più vedere! Non mi era mai capitato! Guardami bene… sei sicura che non ti piaccio?»

A lei piaceva fare la preziosa e rispondere svagatamente in modo da non farsi conoscere completamente lasciandolo in sospeso e nel dubbio.

«Mah, non ricordo dove ti ho visto e non so nemmeno se tu possa essere interessante! Sai quanti ce ne sono al mare che vogliono fare i casca morto con le ragazze? Sei sicuro di voler stare proprio con me a pranzo o hai sbagliato persona? O hai scommesso con qualcuno di conquistarmi in pochi minuti?»

«No, non puoi dirmi questo!» rispondeva lui quasi deluso. «Ti ho aspettata e desiderata sul serio! Ed eccomi qui!» e le aveva stampato un bacio sulla bocca.

Lei si era subito ritratta un po’ spaventata.

All’improvviso si era ritrovata ad esplorare emozioni nuove e a quell’intimo contatto, la sua mente si era liberata da qualsiasi pensiero e il suo viso era tutto rosso per la timidezza. Dall’amicizia all’amore il passo era stato breve.

Lei aveva immaginato “un bacio” in un altro modo e in un altro luogo, ma era stato dolce e spontaneo.

Era la passione che in un attimo li aveva spinti l’una verso l’altro a desiderarsi e a prendersi per mano rimanendo così per qualche attimo senza parole.

Il tempo però era passato inesorabile ed era stata lei a lasciargli la mano per correre al lavoro.

«Devo andare… il tempo vola quando si sta bene!» gli aveva detto.

E lui:

«Ci possiamo rivedere ancora? Ti prego?»

Molto felice per l’incontro e per quell’ora trascorsa insieme che era volata come fosse un attimo, aveva risposto:

«Ma non ci saranno più baci! Capito?»

«Sì, sì ho capito! Basta che ci vediamo!» aveva risposto lui con un sorriso malizioso.

E così, in fondo ai suoi sogni più segreti cominciava ad apparire lui, anche se ancora non lo voleva ammettere nemmeno a sé stessa.

Cuore e mente in confusione però lo dimostravano.

CAP. 8 – UNA FUGA INASPETTATA

Dietro a quella barca erano rimasti stretti in un abbraccio, mentre un cielo pieno di stelle surriscaldava piacevolmente la loro vicinanza.

L’aveva vista all’entrata del locale da ballo, sulla passerella che portava alla pista e l’aveva invitata con un gesto a raggiungerlo.

Lei si era staccata dalle amiche e leggera come una piuma per la felicità lo aveva raggiunto.

«Mi dispiace che abbiamo parlato poco la scorsa volta» aveva sussurrato lui. «Non ti conosco bene, che mi dici di te? Avremmo bisogno di più tempo per noi!»

«Ti dico che mi piace il mare e desideravo tanto allontanarmi da casa per cambiare aria e avere momenti liberi tutti per me! Qui sto bene».

«Dolce! Vorrei tanto entrare in sintonia con te! Le tue parole sono le mie … se potessi entrare nei tuoi pensieri! Sarei tanto felice…Abbracciami…».

Teneri sentimenti e passione da cogliere al volo in quella serata che, secondo lei doveva essere tutta per loro.

Le era piaciuto molto ballare con lui e sperava di poterlo fare di nuovo in quella calda notte.

Lui si presentava molto diverso da quello era in società, sicuro di sé quasi superbo con gli altri, mentre con lei timido e insicuro, anzi addirittura un po’ spaventato.

Sicuramente sensuale, ma senza eccessi, mentre a detta di tutti era solo pieno di sé, tutto sesso e falsità.

Lei non voleva credere alle chiacchiere che erano uno spettegolare inutile, ma non sapeva di avere una concorrenza molto agguerrita e quando all’improvviso aveva sentito alle loro spalle una voce imperiosa gridare il nome di lui, ecco che proprio lui, così tenero e dolce fino ad un attimo prima, si era infilato le scarpe, si era ripulito dalla sabbia e l’aveva lasciata di colpo dicendole: 

«Scusami, devo andare subito! Non ho scelta! Ciao amore mio!»

«Ma dove vai? Ritorni?» aveva sussurrato lei, senza però ottenere risposta.

Lei, rimasta lì dietro a quella barca tutta sola, si era girata per guardare chi lo avesse chiamato e nel buio, aveva intravisto una signora di mezza età elegantissima che lo aspettava.

Si erano baciati e abbracciandosi se ne erano andati felici verso un’automobile decappottata in cui la signora si era messo al volante.

Lei, nel frattempo, era precipitata in uno stato di confusione che non aveva mai provato prima.

Le era stato molto difficile affrontare la realtà, non sapeva cosa fare, come uscire da quel momento di sbigottimento e smarrimento, oltre che di rabbia nei confronti di chi aveva approfittato della sua ingenuità e del suo buon cuore.

Mezzora con lei era bastata? Lei era forse il suo tappabuchi? Il divertimento di chi non sa cosa fare per occupare un po’ di tempo giocando con i sentimenti di una ragazzina ingenua? Una bella presa in giro.

Si sentiva così demoralizzata da aver l’impressione che non solo lui, ma tutto il mondo l’avesse ferita.

Glielo avevano detto di non fidarsi che era un irresponsabile, ma lei non aveva voluto crederci dopo avere incontrato i suoi occhi limpidi.

Invece era proprio così e ora eccola nella più completa solitudine e col viso pieno di lacrime. Che dispiacere!

Abbandonata davanti al mare in quella notte piena di stelle, vedendo lei stessa che era andato di corsa tra le braccia di un’altra.

Ma come era possibile un tale comportamento? Perché mettere in moto tutta una serata per potersi conoscere meglio sapendo già che con lei sarebbe finita in pochi istanti?

Fare tutto in grande con la sua solita audacia solo per gioco?

Era stato veramente insensato e cattivo e lei stava vivendo un incubo.

Le aveva detto che voleva sorprenderla e c’era proprio riuscito.

CAP. 9 – SENZA PERDONO

Tutta la settimana successiva lui l’aveva tormentata per incontrarla facendosi trovare ovunque lei andasse.

«Ti prego, dai! Parliamone! Tu non sai come va il mondo perché sei troppo giovane e ancora ingenua, ma io ho bisogno di questo lavoro e quel che ho fatto è solo per lavoro! Non mi interessa questa o quella donna, non è per amore, è solo per …». E non riusciva a finire la frase quasi vergognandosi.

Anche le amiche di lei, non lo vedevano certo di buon occhio e cercavano di proteggerla come meglio potevano dopo quella serata in cui l’aveva abbandonata da sola sulla spiaggia.

Loro stesse gli dicevano:

«Vattene! Non hai vergogna a presentarti qui come se niente fosse successo? Non capisci che l’hai fatta soffrire inutilmente? Di chiarimenti falsi lei non ne vuole sentire!»

«Altro che cercarla! Non ti vuole più vedere! Non sei il ragazzo che credeva tu fossi! Non sei adatto per lei!»

«Ma io devo parlare in privato con lei, voi non contate nulla! Deve dirmelo lei che non mi vuole più vedere, non voi!» ripeteva lui.

Poi le amiche correvano da lei:

«Guarda che continua ad insistere, ti vuole vedere e non smette di parlare di te! Cosa facciamo, cosa gli diciamo?»

«Non saprei» rispondeva lei «Sono arrabbiata, ma in fondo non so niente di lui!»

Lei non desiderava queste interferenze, ma erano le sue amiche e l’avevano vista disperata piangere quella sera.

Per fortuna l’avevano accompagnata a casa cercando di consolarla.

Sentirsi così esclusa era stato molto doloroso e adesso era molto insofferente verso tutti, pentendosi di aver cercato quel lavoro al mare se la situazione la faceva soffrire tanto.

Nulla pretendeva, ma nemmeno di essere afferrata da quel vuoto che di tanto in tanto le riempiva gli occhi di lacrime per l’affronto subìto.

Uscire con le amiche per un gelato e qualche spesuccia al Forte placava temporaneamente il suo tormento, ma lei non era come le altre che si accontentavano di vivere di espedienti giornalieri ed erano ugualmente felici.

Anzi, veramente pretendeva qualcosa di più: più sincerità, più amore, più divertimento insieme, più attesa, non sentimenti inariditi da false illusioni, sensi di colpa e giornate inutili passate a piangere.

I suoi gesti pieni di romanticherie erano solo colpi di scena di chi è abituato ad illudere? Come se l’amore fosse una serie di gesti perfetti, come si trovano sulle pagine di un libro?

La realtà però è diversa: era bello sognare e fantasticare di notte, poi il giorno con il suo sole e i propri problemi reali era tutt’altra cosa.

E si doveva entrare nella giornata e farne parte.

Se lui diventava per lei un problema essendo un chiodo fisso nella sua mente, questo sì che era un problema reale perché anche se non desiderava averlo non riusciva a cancellarlo e la metteva in seria difficoltà.

Non riusciva a concentrarsi, era strana, nervosa e il suo cuore restava inquieto verso tutti coloro che la circondavano.

Con questi nuovi sentimenti tutto andava in subbuglio.

CAP. 10 – DIFFICILE PRENDERE UNA DECISIONE

Il suo corpo caldo e vivace parlava sempre d’amore. Era tutto uno spreco di energia per mettersi in mostra.

Faceva continui tentativi con le clienti del bagno con avance per aiutarle a stendere l’asciugamano, ad aprire la doccia sulla spiaggia, a mettere una crema solare o si occupava dei loro figli mentre facevano il bagno.

Sembravano gentilezze proprie del suo lavoro di bagnino, un po’ eccessive per lei che lo guardava da lontano.

Parlava e parlava … di amici, di viaggi, di regali, promesse, mai sfiorando argomenti personali.

Era proprio bello, però, muscoloso, virile, simpatico, sempre sorridente. Un uomo di trent’anni.

Era impossibile non innamorarsi di lui e lui lo sapeva bene.

Così complicava le giornate a molte donne che facevano salti mortali per accaparrarselo per un aperitivo o per un’intera serata.

Non sembrava uno sprovveduto, ma era proiettato solo sul curiosare, scoprire, prendere appuntamenti, programmare serate, chiacchierare del nulla senza mai occuparsi del cuore.

Distante, ecco com’era lui, distante da tutti e sempre pronto a scivolare via quando nascevano ostacoli.

Incontrarlo voleva dire arrabbiarsi e dirgliene di tutti i colori dopo quella sera, rinfacciargli ciò che lei si aspettava, un grande amore e a cui lui, al contrario, non ci aveva nemmeno pensato o forse non era in grado di darle.

Era così complicato innamorarsi? Perché l’amore arrivava senza essere cercato e senza un briciolo di razionalità?

Perché scegliere proprio lui che le dava così tanti problemi?

Alla fine, ci poteva stare una bella litigata che, come un temporale estivo, una ‘burianata’ per dirla alla toscana, avrebbe spazzato via tutte le nuvole e non avrebbe rovinato le sue vacanze.

Si sarebbero chiariti e poi amici come prima, magari solo amici era meglio.

Ecco, dopo una settimana di pensieri, era pronta ad affrontarlo e non gli avrebbe taciuto nulla, l’avrebbe chiamato da parte e gli avrebbe detto che lei non si sarebbe più fatta prendere in giro da uno qualunque come lui.

Voleva una vita disordinata, inutile e piena di stravizi?

Che facesse pure, lei non avrebbe mai fatto parte di queste sregolatezze che alla fine portavano solo tanta tristezza e squallore.

Lei voleva andare incontro a un cielo azzurro carico di emozioni e ad un mare blu pieno di profondità.

E così pensando, all’improvviso si era sentita rinascere ed era ritornata allegra e spensierata.

CAP. 11 – PACE FATTA

Fare la pace invece era stato un attimo e superato l’imbarazzo iniziale, lui era il solito focoso e chiacchierone toscano, molto affascinante.

«Ciao», aveva detto lui, aspettandola sul lungomare nascosto dietro ad una palma «sono passato per caso di qui … hai il viso tutto rosso, stai bene? Hai paura di me? O è l’emozione di vedermi?»

«Ma che, niente paura! Oggi ho dovuto fare così tante cose che sono stanchissima e avrei bisogno di rinfrescarmi. E tu, invece, come sei elegante! Sembri un ragazzo di città!» aveva detto lei stuzzicando la sua vanità.

«Che c’è? Non ti piaccio così? Vado subito a cambiarmi allora!»

Non si erano spiegati per niente sull’accaduto di quella famosa notte, si erano presi un po’ in giro a vicenda e avevano deciso di divertirsi, sancendo subito la fine della guerra.

Lei si sentiva un’altra al suo fianco, in un attimo le stavano bene le cose così com’erano, era allegra e aveva voglia di distrarsi con la leggerezza dei suoi sedici anni.

«Io vorrei che fossimo amici, quel tipo di amici sempre l’uno accanto all’altra, perché secondo me, quel che conta è ciò che ci rende felici! Mi chiedo… non sei d’accordo se facciamo una passeggiata in serenità?» diceva lui.

Perché perdere l’occasione di essere felice?

Lui sapeva di piacerle e sfarfalleggiava vicino a lei mentre la accompagnava in pineta per la passeggiata.

Chiacchieravano del più e del meno con tenerezza e complicità per quel poco che si conoscevano.

Lei parlando meno ma andando più a fondo, lui superficiale, tenero e pure con un filo di possessività che la faceva sentire amata.

«Ti piace essere in Versilia? Ti piace questo mare?» chiedeva lui e continuava «Non ti vedo quasi mai sulla spiaggia…in che bagno sei? Potresti iscriverti al mio bagno così passeremmo più tempo insieme … non vorrei ci fosse nessun altro vicino a te!»

«Non mi vedi perché sono qui a Cinquale per lavoro e posso concedermi pochi momenti liberi… in compenso ci pensi tu a divertirti giorno e notte!» rispondeva lei.

«Non credere sia tutto divertimento il mio, sono entrato in questo vortice pieno di ambizioni e cose facili e ora è difficile uscirne…impossibile! A volte mi sento come prigioniero».

«Beh, non hai amici con cui confidarti? Perché ti lasci andare a tutte queste passioni senza ragionare su cosa vorresti veramente nella tua vita? Non mi sembra una gran bella cosa quella che continui a fare…sei grande ormai! Tira fuori un po’ di forza di carattere!» replicava lei.

Al suo passaggio, però, le ragazze si giravano ammirandolo e lei si sentiva orgogliosa di essere al suo fianco ed essere stata scelta da lui così bello e desiderato.

Forse entrambi però sentivano il bisogno di una qualche sicurezza in più, cercando un po’ di fiducia l’uno nell’altra, perché, tutto sommato, i sentimenti veri sono difficili e fanno un po’ paura.

Lei perché troppo giovane e inesperta e lui più maturo e … troppo esperto, non aveva ancora costruito nulla.

Ma insieme brillavano come il sole in quella bella giornata estiva e in quel momento, prendendosi per mano, vivevano senza complicazioni una storia semplice con tanti sorrisi e un angolo nascosto tra i pini marittimi dove baciarsi.

Non era facile per lei, ma lui la sapeva avvolgere in una tenerezza e complicità che la faceva sentire protetta e amata. Nonostante i suoi dubbi, lui continuava a sorriderle e quel sorriso era molto incoraggiante.

«Ma non parliamo più … tu sei troppo carina e io sto benissimo con te! Ti amo perché sei il meglio di tutte! Mi ispiri sempre cose belle» le diceva lui.

Sembrava sincero e lei ne era felicissima.

Certamente lui non mancava d’intraprendenza, determinazione e desiderio d’avventura, ma sembrava che comunque fosse solo un loro segreto, un bellissimo segreto immerso nel silenzio, nell’amore e nella fantasia che abbaglia.

Sembravano intoccabili, tutto avrebbe potuto succedere, ma lei non se ne sarebbe accorta presa da quell’atmosfera surreale.

Alle spalle le Alpi Apuane e loro due all’interno di una pineta costiera che, come una foresta, si allungava per chilometri da Marina di Massa fino a Viareggio, un luogo d’incontro e di frescura per mitiche stagioni estive.

Riparati dal vento e dalle critiche, sotto gli ombrelli verdi dei pini marittimi in uno spazio prezioso tutto per loro.

Che bellezza e che tentazione quel lui e quella natura.

CAP. 12 – IL MERCATO DEL FORTE

Al mercoledì non si poteva non andare al mercato del Forte, nella piazzetta di Forte dei Marmi.

Era un appuntamento molto sentito e anche lei in bicicletta raggiungeva con piacere questo luogo affollatissimo e spettacolare.

Un mercato mai visto in cui si poteva fare shopping di alta qualità, perché le bancarelle vendevano cose pregiatissime come stoffe, ceramiche e artigianato fiorentino, pelletteria e morbidissimi golfini di cashmere.

La musica con gli ultimi tormentoni dell’estate echeggiava ovunque insieme alle grida dei venditori che elogiavano le loro merci e richiamavano i clienti agli acquisti.

Una gran confusione degli ambulanti simpaticissimi che promuovevano a gran voce i loro prodotti a una marea di gente di ogni tipo, per la maggior parte donne che compravano volentieri quei prodotti unici e originali.

Mai visto banchi di mercato così grandi, ricchi e belli e che andavano anche in tutta Italia, proprio un mercato itinerante che dava l’idea di antichi mercati orientali con le sue pregiate stoffe e tanta convenienza.

Si sentiva parlare toscano ma anche milanese e straniero.

Tutti si trovavano bene in quel mercato che più che altro sembrava ogni volta un evento unico. Era un qualcosa da vivere.

Lei doveva trovare un costume nuovo e un copricostume e così si era diretta verso quelle bancarelle che li vendevano. Quanti ce n’erano e che belli, come si poteva sceglierne solo uno? E i mercanti incantavano con parole e offerte convenientissime!

Alla fine, aveva speso tutto il denaro che aveva con sé, portandosi a casa due costumi e un copricostume, ma anche una bella collana, una borsa di paglia fantastica e una tovaglia in tessuto fiorentino per sua mamma.

Era proprio soddisfatta dei suoi acquisti, soprattutto le piaceva tanto quel bichini a righe che le stava morbido addosso accarezzando il suo corpo e non vedeva l’ora di sfoggiarlo per farsi vedere da lui.

CAP. 13 – UNA BELLA STORIA

Farlo parlare di cose serie sembrava un’impresa eroica tanto era farfallone o chiuso nel suo guscio.

Lui la guardava sempre con aria interrogativa quando lo sollecitava con domande personali, cambiando argomento alla velocità della luce.

«Ti piace questo mare? E io ti piaccio?» le diceva cercando di confonderla.

A volte seduto sullo scoglio (avevano un loro scoglio dove incontrarsi, visibile ad entrambi dalla strada che potevano raggiungere quando vedevano uno dei due seduto proprio lì) diventava taciturno guardando le onde mosse dal vento che lo spruzzavano di schiuma.

Ed era meglio non turbare quel silenzio con altre parole.

Altre volte, mentre la luce del sole faceva cambiare colore e increspatura al mare, lui la sorprendeva alle spalle abbracciandola forte e con tanto sentimento, quasi a rivelargli i suoi lati più profondi e più segreti.

«Amore mio ti ho sognato stanotte ed eravamo in viaggio verso un luogo bellissimo! Solo io e te».

Certo che anche lei sognava l’amore e pure di viaggiare in luoghi fantastici o in città lontane, per evadere dalla noiosa vita quotidiana.

Era un suo grande desiderio questo, per fare nuove esperienze, pensare a nuovi progetti, nuove emozioni, cambiamenti.

Oltretutto dagli Stati Uniti era arrivata prepotente questa voglia di viaggiare inseguendo ideali di pace e libertà.

La musica di molti cantautori, assai toccante, faceva volare con la mente e aveva invaso anche l’Italia.

Contestare genitori e nonni, esprimere i propri sentimenti liberamente, amare tutti era bellissimo.

Era bello portare shorts di jeans e canottiere attillate o costumi due pezzi, per ribellione, senza aver paura di scoprire la propria femminilità.

Tutte le ragazze ce li avevano e sorridenti si sentivano donne.

Altre volte lei lo trovava sdraiato al sole sulla sabbia caldissima, immobile, immerso in chissà quali pensieri o forse solo godendo di quel momento tutto suo: lei si sdraiava vicino a lui ed era una dolce e semplice emozione.

Oppure lui la guardava per alcuni istanti prendendole il viso tra le mani e lei liberandosi, tutta rossa, gli diceva:

«Mi imbarazza essere guardata e arrossisco! Lasciami!»

«Sei fantastica! Non ti ho mai visto così bella come oggi! Dai, lasciati guardare!».

Insomma, lui si era proprio insinuato nella sua vita e lei desiderava dargli ancora fiducia.

La loro storia andava avanti un po’ faticosamente e a volte splendidamente, ma comunque era diventata una storia a due.

Lei non lo pensava più con le altre (anche se sapeva che non era cambiato da quel punto di vista e frequentava ancora tante donne mature) e lui la raggiungeva spesso facendola sentire, per qualche istante, unica nella sua vita.

“Come in un film, l’estate che sorrideva e che avrebbe lasciato un segno”.

CAP. 14 – BASTA BUGIE

Quando era con lei sembrava non pensare a nient’altro se non a stare sereno, come l’avesse sempre conosciuta.

Una ragazzina che faceva venire a galla tante verità che aveva sempre preferito tenere nascoste nel suo cuore.

Eppure, nonostante avesse imparato a parlare con frasi complicate ed evasive, non gli andava di raccontarle bugie, anzi, non ce la faceva proprio perché le domande di lei, semplici e dirette, richiedevano solo risposte sincere.

Quando lei chiedeva:

È andato tutto bene oggi? Stai bene?»

Lui rispondeva malinconico:

«Sono stanco e ho dovuto superare molti ostacoli, anche se mi piace il mio lavoro».

«Tu triste e stanco? Ma se ti credono tutti allegro, spregiudicato, stanco mai!» 

«Almeno con te posso non fingere?» replicava lui «Adoro lavorare nel mio bagno, ma è un lavoro pesante, di routine, senza tregua e poche soddisfazioni».

Con lei non doveva fingere di essere forte per nascondere ciò che gli mancava o per dimostrare di saper andare avanti in qualsiasi circostanza. O ancor peggio per paura di trovarsi faccia a faccia con sé stesso.

Con lei si sentiva a suo agio sotto il sole e anche con la luna, perché lei era comprensiva, sapeva ascoltare e capiva anche ciò che lui non sapeva esprimere immediatamente con le parole.

La sua mente era in pace e desiderava fare tante cose belle, per davvero, per lei, senza secondi fini.

Illuminati dalla scia della luna, lei gli aveva chiesto:

«Di dove sei esattamente?»

«Di Seravezza» aveva risposto subito lui senza vergognarsi, ma senza aggiungere altro.

Seravezza era un piccolo paese nell’entroterra sulle prime colline nel cuore della Versilia storica che lei aveva avuto modo di visitare con le amiche e che ricordava molto caratteristico.

Ma lui non ne voleva parlare e si era fermato a dirle il nome e basta.

«Sei solo a Seravezza o hai famiglia?»

Dopo un lungo silenzio aveva risposto:

«No, no, non sono solo… sono l’ultimo di parecchi figli».

«Ma dai! Tutti come te i tuoi fratelli?» chiedeva lei con tono ironico.

Ancora silenzio, poi all’improvviso aveva cominciato a raccontare quasi raccontasse a sé stesso un qualcosa a cui non pensava da tanto tempo.

«Veramente sono il solo maschio e ho quattro sorelle più grandi di me. E la mamma. Coccolato e viziato da tutte. E per questo mi prendevano in giro in paese e allora me ne sono andato. Sono sempre stato un ribelle e non ero bravo a scuola.  La mamma si sedeva sempre vicino a me per fare i compiti, ma io non la ascoltavo. Ma la mi’ mamma mi ha sempre voluto un gran bene lo stesso. Il mi’ babbo non l’ho conosciuto bene. Insomma, me ne sono andato da casa presto e non mi faccio mai sentire. Non sanno nemmeno che vivo a pochi chilometri da loro».

«Ma come fai senza la tua famiglia? Chissà come sono tutti arrabbiati con te? Non puoi passare la vita a respingere le persone per qualche bullo che ti prendeva in giro in paese? Cosa c’entra la tua famiglia con questo? Non ne senti il bisogno? Secondo me, cambiare modo di affrontare le cose può essere importante … magari ti porta a scoprire e andare dove c’è il tuo cuore!» diceva lei con fervore.

Totale silenzio da parte di lui e sembrava avesse gli occhi lucidi di lacrime.

«Dai, tirati su di morale e pensaci … chissà tua mamma quanto sarebbe felice di vederti!»”

Nel frattempo, l’ora insieme era finita e lei doveva rientrare.

«Adesso devo proprio andare, ma quando non ti va di stare solo ci sono io» aveva detto lei abbracciandolo e sorridendogli nel salutarlo. «Semplice offerta da amica».

Lui le aveva risposto:

«Tu mi capisci dentro… Sai cosa abbiamo in comune noi due? La solitudine … e l’amore che comunque è sempre un mistero da scoprire. Gli opposti si attraggono e noi siamo così! Io vado al capanno! Buonanotte amica mia, dormi bene! A domani».

E l’aveva abbracciata stretta, grato a quella ragazza che lo aveva saputo ascoltare e capire nei suoi momenti bui.

Per lui, lei era la luce e il suo modo di fare dolce ed energico gli trasmetteva tante emozioni e il desiderio di averla sempre accanto.

Lei lo tranquillizzava e lo aiutava ‘a volare’, amica sincera nel dargli speranza e amore senza volere nulla in cambio.

CAP. 15 – RISACCA

Lei si girava e rigirava nel letto senza prendere sonno.

Non aveva importanza quante volte lo avrebbe pensato, tanto erano amici!

Invece importava perché lui era straordinario ed era sempre nei suoi pensieri.

Le piaceva proprio tanto. Non vedeva l’ora di rivederlo.

Forse era qualcosa di più che un amico. Tutti quei sobbalzi al cuore erano un segnale evidente.

Il giorno dopo era andata di corsa sul loro scoglio con la speranza di trovarlo lì ad aspettarla.

Dato che c’era un po’ di burrasca e poca gente ai bagni, avrebbe potuto essere libero di pensare a lei e farsi trovare lì.

Le sembrava quasi una certezza e sperava tanto in un abbraccio improvviso alle spalle.

Intanto il vento le scompigliava i lunghi capelli biondi, mentre il mare s’infrangeva sugli scogli in tanta schiuma e sulla spiaggia in risacca.

Lei si sentiva felice in quella bellezza e capiva di avere tanti sogni. Sapeva anche che questi sogni non sarebbero finiti in mezzo al mare, ma al contrario ben ancorati a quegli scogli. Era una ragazza di pianura, di terra ferma, concreta anche nei suoi sogni che non volavano mai troppo lontano.

L’amore non era come il canto delle sirene! Doveva essere sicurezza per lei!

E questo amore avrebbe potuto anche venire da lontano in una mescolanza di ritmi e colori, ma lei comunque non aveva intenzione di tuffarsi e perdersi in quel mare.

Tra le braccia forti e concrete di lui sì, stretta contro il vento e la minaccia del mare in burrasca sì, ma ben fissata a quello scoglio.

Intanto come sempre quando restava sola, un sacco di domande s’affacciavano alla sua mente, una legata all’altra.

Perché lui non arrivava?

Era un bene volerlo e aspettarlo? Oppure no?

Che cosa le avrebbe potuto dare?

O piuttosto, cosa le avrebbe potuto prendere?

Era vero amore il suo? Come avrebbe potuto riconoscerlo?

Dopo averlo incontrato la prima volta, lei provava tante nuove emozioni che le riempivano la giornata.

Sapeva di correre tanti rischi, ma sapeva anche che era bella la vita insieme a lui.

Il mistero del suo comportamento, i suoi pensieri non detti, il suo non appartenere a nessuno, il suo traboccare di gesti, il suo essere o sembrare amore, catapultavano lei in uno spazio nuovo dove non era mai stata.

CONTINUA

STELLA DI MARE di Anna Maria Costa (parte prima)

genere: ROMANCE

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