TRANSAZIONE NEGATA di Samuele Bovini

Transazione negata.
Di nuovo.
Amleto era ormai praticamente certo della sua originalissima maledizione, dopo il terzo tentativo andato a vuoto.
Qualunque fosse il supermercato scelto, l’orario, il numero di cassa o le caratteristiche del cassiere, era scientifico che a uno dei clienti che lo precedevano si bloccasse il pagamento. Dannato Bancomat.
Quel tardo pomeriggio dell’estate più calda degli ultimi 50 anni non faceva eccezione. Nonostante il giovane Holden si affannasse di stornare il pagamento in tutti i modi possibili, scollegare e ricollegare il cavo di rete del POS e accompagnare ogni suo tentativo da una spiegazione, per la verità svogliata, il signore distinto che aspettava di pagare la sua spesa, il signor Hyde, non riusciva a compiere tale semplice missione, con l’ormai palese e crescente fastidio degli altri membri della fila. Milady, l’affascinante donna che seguiva Hyde, Don Abbondio, il pretino ingobbito che la seguiva e che precedeva Amleto, e Madame Bovary, che a quest’ultimo si era accodata da due-tre minuti, e che con circospezione tentava di coprire con rigogliosi cespi di lattuga romana la parte bassa del contenuto del suo carrello.
La tensione montava come la temperatura fuori dalle vetrate del supermercato, isola felice di aria condizionata nel deserto di quel Nord Italia stretto nella morsa dell’afa di matrice africana.
La prima a rompere il silenzio fu Milady, dall’alto del suo palco virtuale del tacco dodici.
«Allora, ci muoviamo, ragazzino? Qui c’è gente che ha da fare anche altro, nella vita!» disse cercando conferma negli altri astanti con lo sguardo.
La sua lingua colpì il giovane Holden più di quanto finora aveva fatto la sua silhouette di Milf in gran forma.
«Hey, ci sto provando, mi lasci lavorare per cortesia…» rispose a tono Holden, e poi fece l’assist a Hyde affinché intervenisse nella conversazione «Se magari lei può controllare meglio se ha contanti, la signora si calma.»
L’improvvisato spettacolo di teatro di strada coinvolse l’attenzione degli spettatori: Don Abbondio osservava in silenzio, coi lineamenti del volto immobili, senza dare l’impressione di schierarsi con alcuno dei contendenti. Amleto sbuffò, ma non tanto perché si fosse realmente spazientito, quanto per l’ormai acquisita consapevolezza, dopo tanto rimuginare, che la sua maledizione da supermercato fosse reale. A distrarlo furono le parole della signora Bovary, che da dietro gli chiese, pacata «Da molto tempo si è bloccata?»
«Saranno un cinque minuti, circa», rispose lui, e la incalzò nel tentativo di fare conversazione e far passare qualche prezioso istante di noia «La preoccupano i surgelati che nasconde sotto l’insalata?»
«Surgelati? No, non ho acquistato surgelati. Sono solo… sono…» ma un’altra voce femminile, due toni sopra, ne interruppe la risposta.
«Non è possibile, fatemi passare voi dietro, che cerco un’altra cassa, con un cassiere me-no giovane e più competente» tuonò Milady.
Al che Holden perse seriamente le staffe e gridò «Oh, bella, ma chi ti credi di essere? pensi che mi piaccia star qui tutto il giorno a sentire la stessa nota, quando passo le mie migliaia di articoli sul lettore? Se sto qui è per fare uno straccio di lavoro dignitoso, che permetta a te e a tutte le altre puttane di buona società di andare avanti e godersela!»
Un po’ per il volume, un po’ per il contenuto, si girarono ammutoliti tutti i clienti in fila ad almeno tre casse di distanza in entrambe le direzioni.
In quel momento il sole finiva di tramontare dietro la collina di fronte alle vetrate del supermercato, e lasciava spazio alla sera.
Tutti avrebbero voluto dire qualcosa ma il più svelto fu il signor Hyde che ruppe, in maniera brusca ed estrema, calma che lo aveva caratterizzato.
«Ragazzino, chiedi immediatamente scusa alla signora, veloce!» disse mentre afferrava il cravattino da commesso di Holden e lo sollevava in piedi.
Egli trovò la forza di rispondere, e perfino a tono «Adulti borghesi del cazzo… e lei non gli dice niente padre?» disse provando a trascinare almeno il prete dalla sua. Ma questi non si scompose. Non lo fece nemmeno quando Hyde e Milady cercarono nel suo sguardo e nelle sue parole in segno di schieramento con una delle due fazioni. Preferì rimanere in un vile anonimato neutrale.
Nel frattempo Madame Bovary strattonò delicatamente il braccio di Amleto, proprio mentre questi stava per intervenire con un discorso che si stava già prefiggendo da alcuni momenti in testa, relativo alla perdita di valori nella società moderna.
«Ecco, vede? Non sono surgelati» disse la donna scostando la lattuga, non appena egli le diede attenzione.
Amleto vide un assortimento di preservativi a ogni gusto possibile, creme lubrificanti, anelli vibranti e tutto quanto le avrebbe garantito come minimo una settimana di passione sfrenata.
Negli attimi in cui Amleto tentò di rimettere insieme le idee per formulare una risposta, che voleva fosse rivolta più che altro a capire se si trattasse di un allusivo invito per lui, un rumorino ruppe quella scena assurda e i sei protagonisti che la componevano.
BIP BIP.
Transazione eseguita.
Il primo a muoversi fu Holden, che nonostante fosse impedito nei movimenti da quella sorta di guinzaglio che era diventato il suo cravattino in mano a mister Hyde, strappò ricevuta di pagamento e scontrino e li diede al suo aguzzino nella mano libera dalla presa.
Egli prese i due foglietti di carta, lasciò il cassiere e come se non fosse successo nulla, tornò placido come due minuti prima e iniziò a imbustarsi la spesa, in silenzio, e in quel modo, qualche istante dopo, se ne andò.
In silenzio transitò anche Milady, e pagò in contanti, tanto per evitare altre file e altre incazzature e altre perdite di tempo. Non si trattenne però dallo sfoggiare un ghigno di superiorità e di sfida a Holden.
Questi, guardandola, non poté fare a meno di guardarla a sua volta pensando contemporaneamente che fosse una delle donne più stronze e una delle milf più fighe che avesse mai visto e che in fondo una scopata gliel’avrebbe data lo stesso.
Il prete pagò e sparì in un lampo, silenzioso e anonimo com’era stato per tutto il tempo.
Fu il turno prima di Amleto, ancora in preda ai suoi dubbi e ai suoi rimuginamenti, e poi di madame Bovary, che buttò sul nastro tutta la sua mercanzia, tentando anche lì di nascondere le apparenze con la lattuga romana.
I due presero direzioni diverse e mentre andavano entrambi verso quel poetico tramonto al di là delle vetrate, ciascuno col proprio carrello colmo di buste, Amleto trovò nel suo un bigliettino parzialmente nascosto da un sacchetto della spesa, scritto a penna blu, con inchiostro ancora palesemente fresco “Emma Bovary, 33056…”

Transazione negata è un racconto di Samuele Bovini

Post a Comment